Beppe Grillo, l'Eni e la mammografia come ideologia...

Beppe Grillo ha anche partecipato, negli stessi giorni, ad un'assemblea dei soci di Eni SpA, concedendo alla platea assente, e presente, uno spunto del suo pensiero.

Anticipo che in Italia pochi uomini politici sanno definire meglio di Grillo l'organizzazione affarista e capitalista e la sanno esprimere alla gente che, insensibile a certe tematiche, non comprende quali siano i veri interessi che muovono alcune leve di questo potere.

E il sistema, con l'aiuto finanziario dell'informazione su base solo speculativa, ha su questo "homo insensibilis" buon gioco e riesce così a definire Grillo un disfattista, confondendo quelle idee, che già per sé sono rare nella gente e dal potere di queste forze ulteriormente confuse, con il personaggio, producendo una "fallacia ad hominem".

È vero, il potere industriale ed economico finanziario preferisce non avere alcun controllo da parte delle istituzioni e con esse si dispone, quando può, per produrre leggi atte alla propria libertà di "movimento" e alla eliminazione sistematica della concorrenza.

Questo "movimento" avviene con maggior rapidità là dove il potere costituzionale e istituzionale è dai politici usato come mezzo dei propri scopi e non come fine del bene comune e quindi indebolendone i presupposti della "buona" politica: è così che la politica è corrotta e corruttibile, che significa appunto scalabile.

Queste forze, le forze che hanno indebolito la politica, hanno rappresentato gli interessi del capitale, mentre i politici, conniventi e convenienti, permettono un profitto maggiore con un controllo sistematico del territorio, avendo buon gioco a farsi le leggi che vogliono per servirli, quando la politica è appunto a loro servizio.

La mafia è fatta di queste forze libere di agire indipendentemente da ogni obbligo prima legale e poi anche legittimo, è il capitalismo senza regole appunto.
Ma vi è una mafia ulteriore e superiore.

È la mafia istituzionalizzata, perché il potere, che avrebbe il compito di contrastarla, è da essa regolato, quindi gestito: mafia molto più pericolosa di quella illegale, perché, a differenza della storica mafia, che confligge e si sposta, "muovendosi" in continuazione per non essere colpita dalla "buona" politica, si adagia e permea ogni istituzione della propria volontà, non resistendo la buona politica a quei genuini valori che la rendevano quantomeno forte nel contrastarla.

Il capitalismo padrone delle istituzioni è mafia istituzionalizzata.

Una "buona" politica, e quella di Beppe Grillo di questi giorni è "buona" politica, non può fermarsi di fronte all'agire di questa diversa e potentissima mafiosità, senza la quale i giochi delle economie interne ai tanti stati sarebbero diversamente costituite, perché prodotte nel solco della reciproca competizione.

Guardando ai due casi specifici e cioè alle mammografie e alla politica coloniale dell'Eni, Beppe Grillo ha denunciato appunto questo tipo di mafia, la mafia che regola i mercati attraverso le pressioni o i profitti sulla base della salute.

Veronesi si difende dicendo che con la salute, e sua prevenzione, non si scherza, ma cosa c'entra la salute e la prevenzione con General Electric e la sua politica di vendita? Non capirlo significa appunto favorire quella mafiosità.

L'amministratore Eni dice che non è vero che la loro è una politica predatoria, perché l'impegno di Eni nell'educazione e negli investimenti nella formazione, tramite i fondi per le scuole, in quei luoghi dove cadono i loro investimenti, sono la prova provata dello scopo sociale che è coerente con l'originaria politica Mattei.

Ma cosa c'entra lo scopo sociale con il profitto privato? Quale educazione o formazione può risultare coerente con la diversificazione, o organizzazione, dell'insieme dei mezzi ( e quindi non del solo petrolio) per lo scopo della sussistenza energetica?
Non comprenderlo significa appunto alimentare quella mafiosità.

La "buona" politica di Grillo, fatta su questi argomenti in questi giorni a margine della manifestazione per il reddito di cittadinanza, dispone di liberare quelle energie che sono soffocate da questi comportamenti e ipocrisie, in altri termini dai condizionamenti delle contraddizioni che le diverse forze costituiscono e vogliono in seno alle regole della società civile e che producono in Italia il vero clima mafioso in seno alle istituzioni.

Applaudo quindi gli sforzi di Beppe Grillo, anche se non così giustificati, in quanto coerenti con la "buona politica".

Che Veronesi non si occupi solo di salute lo sappiamo e sappiamo anche che l'amministratore Eni non si occupa solo di educazione. O no!

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