23 Gennaio 2017, 17.01
Valsabbia Provincia
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La «religione» dei consumi

di Valerio Corradi

Quanti sono i supermercati e gli ipermercati della provincia di Brescia? La diffusione di centri per la grande distribuzione commerciale è un fenomeno che tocca solo il bresciano? Quali sono i risvolti socio-culturali?

 
L’Osservatorio sul commercio del Ministero dello sviluppo economico segnala che al 1° gennaio 2016 in Lombardia si contavano 1.675 supermercati, vale a dire esercizi al dettaglio con superficie di vendita uguale o superiore a 400 mq (il 16,3% di tutti i supermercati italiani).

Rispetto all’anno precedente è cresciuto il numero di supermercati sia nel contesto lombardo (+1,1%) sia nel contesto nazionale (+1,4%).
Il dato complessivo però nasconde una situazione molto variegata a livello provinciale. Alcune province perdono strutture (es. Monza e Brianza, Como) altre invece sono interessate da un incremento (es. Brescia e Bergamo). 

Nel bresciano sono presenti 286 supermercati nei quali lavorano oltre 4.700 addetti di cui il 60% sono donne.
Sempre nella nostra provincia sono aperti 36 ipermercati (circa 3 mila i dipendenti) vale a dire esercizi al dettaglio con superficie di vendita superiore a 2.500 mq che arrivano a contenere cinema multisala, ristoranti, palestre, parchi gioco per bambini, bar, librerie, edicole, negozi di gadget e punti vendita anche di tipo etnico. 

Il numero di supermercati e ipermercati è aumentato negli ultimi 10 anni
a testimonianza di un investimento sempre più consistente delle grande distribuzione organizzata in provincia di Brescia e non solo. 
La presenza dei grandi centri commerciali non cambia solo le coordinate spaziali sul territorio (es. creazione di nuovi punti di riferimento) ma modifica anche il modo di vivere il tempo. Si tende ormai a un’apertura 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno che estende a tutto le ore e a tutti i momenti dell’anno la possibilità di consumare. 

Di pari passo stanno cambiando gli orientamenti al consumo dei cittadini che si affidano in misura importante ai grandi centri commerciali pur non escludendo del tutto i tradizionali piccoli negozi soprattutto nei centri minori. 
Notando questo fenomeno, qualcuno osserva che il consumo è ormai diventato una nuova religione per i cittadini al punto da avere propri luoghi di culto (gli ipermercati), rituali (la spesa settimanale), pellegrinaggi (inaugurazioni e lancio di nuovi prodotti). simboli e cerimonie (l’ostentazione della merce).

A parte alcune esperienze circoscritte, sembra essere difficile trovare alternative alla società del consumo che continua a vedere nella “soddisfazione commerciale” la corsia preferenziale per una presunta felicità individuale e sociale.

Un eventuale e generale cambio di orientamento non potrà comportare la rinuncia al benessere materiale, ma dovrà essere collegato alla riscoperta di scopi e significati quasi del tutto smarriti e all’invenzione di nuove prospettive e priorità individuali e sociali.
 
 


Commenti:
ID70775 - 23/01/2017 17:56:47 - (Tc) - ...

il problema e' che tengon aperti anche nei giorni festivi,hanno condizioni di lavoro inadeguate se non pessime,stipendi poco piu' che ridicoli,visto che lavorare di Sabato e Domenica per loro sono come giorni feriali,turnazione disorganizzata al massimo e malcontento generale di chi ci lavora dentro,ma anche lamentele di qualche cliente...se solo si prova ad alzare la testa,vieni 'gentilmente' accompagnato fuori dalle pa@@e e al tuo posto viene l'interinale con esperienza 0,ma con lo stipendio la meta' del tuo...questi sono i supermercati dei giorni nostri...tutto bello di facciata,un po' meno dietro...parlo con un po' di cognizione di causa,mia moglie ci lavora da quasi 20 anni in uno di questi e sono anni,che io e lei non ci dedichiamo un we tutto per noi...e poi cosa si avra' mai da comprare la Domenica,visto che ci si va quasi tutti i giorni,solo certi clienti lo sanno...personalmente in un iper o super o quel che si voglia,non andro' mai nei festivi a comprarmi qualcosa...

ID70776 - 23/01/2017 17:58:56 - (Tc) - ...

anche per rispetto di quelle persone che i festivi vorrebbero trascorrerli con le proprie famiglie e per affari loro...ma,si sa...si e' 'obbligati'...

ID70780 - 23/01/2017 19:28:31 - (delirio) - sono d'accordo

Il problema che ormai non sappiamo far altro che consumare.....e per i pi e' difficile crearsi alternative....qualcuno poi nemmeno se ne accorge

ID70786 - 24/01/2017 00:00:15 - (PETER72) - Spendi...

Spendi spandi, spendi spandi effendi... una soluzione al consumismo dicono sia la decrescita, un po' infelice per qualcuno

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