La nuova legge regionale prevede il contenimento del consumo di suolo, il recupero delle aree degradate, la valorizzazione dell’edilizia sociale e l’ottimizzazione dei consumi energetici.
«Contenere il consumo del territorio e nello stesso tempo approvare norme che sostengano e rilancino il settore edilizio sono tra gli obiettivi della legge, che permetterà di aumentare significativamente il numero degli alloggi sociali». Così Margherita Peroni, consigliere regionale della Lombardia a proposito della legge sulla valorizzazione del patrimonio edilizio approvata martedì nel corso della seduta del Consiglio regionale.
«Questo - continua Peroni - permetterà alle persone ed alle famiglie, oggi sempre piu' in difficoltà, di riuscire a pagare l'affitto, di trovare case in locazione con canoni moderati. In linea con quanto la Lombardia sta perseguendo, la legge introduce anche norme che favoriscono il miglioramento della qualita' energetica degli edifici. Queste sono alcune delle ragioni che portano a considerare interessante ed utile la legge approvata».
Legge punta al recupero delle aree dismesse e dei centri urbani, limitando al massimo il consumo di suolo. «La speranza - sottolinea Peroni - è che tali provvedimenti possano fungere da volano anche dal punto di vista occupazionale».
La norma ripropone gli interventi di sostituzione edilizia attraverso la demolizione e ricostruzione degli edifici con un premio volumetrico fino al 30%, ma nella nuova versione non sarà necessario il rispetto della sagoma preesistente, purché la nuova costruzione si armonizzi con gli edifici esistenti.
Quando l’edificio è totalmente demolito e ricostruito, il progetto deve assicurare la copertura attraverso fonti rinnovabili del 20% del fabbisogno energetico per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento. I volumi dei muri perimetrali non sono calcolati nelle volumetrie complessive. È concesso inoltre un ulteriore bonus del 5% se l’intervento è finalizzato al miglioramento dell’efficienza energetica.
I fabbricati industriali, terziari e alberghieri, situati in aree individuate dai Comuni e ultimati entro il 18 luglio 2009, possono essere ampliati fino al 10% della superficie di pavimento esistente e fino a un massimo di 500 mq. Gli ampliamenti dovranno essere destinati all’attività produttiva e mantenere un vincolo pertinenziale di almeno 5 anni.
Solo nelle aree ad alta tensione abitativa gli edifici terziari e direzionali possono essere trasformati in residenziali, destinando almeno il 20% della superficie lorda di pavimento esistente all’edilizia residenziale sociale.
Si potranno ampliare gli edifici alberghieri entro il limite di 200 metri quadrati, anche realizzando sopralzi fino a di 4 metri.
Per il recupero delle aree dismesse, il Comune può invitare i proprietari a presentare una proposta di riutilizzo con la possibilità di incrementare fino al 20% la volumetria o la superficie ammessa. Nel caso la proprietà dell’area non aderisca all’invito, il Comune potrà ridefinire la destinazione urbanistica dell’area, per acquisirla al patrimonio pubblico.
In caso di bonifica dall’amianto, si potranno modificare le falde fino ad una pendenza massima del 40%, anche in deroga ai limiti sull’altezza degli edifici e con la possibilità, a discrezione dei Comuni, di ridurre fino al 50% il contributo di costruzione.
Per i fabbricati realizzati prima del 7 aprile 1989, è ammessa la realizzazione di autorimesse interrate in deroga ai rapporti drenanti.
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