Acqua a San Felice, come nel 2009

Nel giugno del 2009, a San Felice, sul Lago di Garda, scoppia un’epidemia di gastroenterite, che vedrà addirittura ricoverate in ospedale alcune decine di persone.

Per diversi giorni, sia i turisti che i residenti dovettero rifornirsi di acqua potabile dalle autobotti, non potendo più usare per scopi alimentari l’acqua dell’acquedotto comunale, a seguito di un’ordinanza del Sindaco che ne faceva divieto.
Come dimostrarono le analisi svolte, l’epidemia, che colpì più di 2000 persone, era di origine virale.

Nel 2013, la seconda sezione penale del Tribunale di Brescia, si pronunciò anche sugli imputati coinvolti, ritenendo responsabili l’amministratore delegato della Garda Uno e il responsabile del ciclo idrico integrato, condannati sia alla reclusione che al pagamento per il risarcimento dei danni alle parti civili che si erano costituite nel processo.

Venne infatti stabilito che causa dell’epidemia fu un malfunzionamento dell’impianto di clorazione delle acque pescate a lago e distribuite tramite le condutture comunali.
La situazione già verificatasi nel giugno del 2009 si sta ripetendo in questi giorni.

Secondo un campione prelevato il 18 giugno, il norovirus potrebbe colpire di nuovo la popolazione e i numerosi turisti presenti in questo periodo nella cittadina.

Il norovirus è uno degli agenti più diffusi di gastroenteriti acute di origine non batterica, e costituisce da sempre un problema nel campo della sicurezza alimentare, verificandosi solitamente in ambienti più “confinati” che non in un intero Comune, come ospedali o scuole.
Un batterio altamente infettivo e persistente nell’ambiente in cui si trova, difficile da arginare: l’unica forma di controllo efficace, secondo gli studi effettuati, resta l’attuazione di misure igieniche molto rigorose nella manipolazione dell’acqua, in quanto, anche la presenza di cloro non ne scongiura la diffusione e moltiplicazione.

A San Felice sono ora in corso ulteriori accertamenti biologici, ma nel frattempo il Comune non ha potuto far altro che emettere un’ordinanza molto simile a quella del 2009, vietando un’altra volta il consumo dell’acqua: “Nel tardo pomeriggio del 27 giugno 2018 è pervenuta in ATS Brescia notizia che, nell’ambito dei controlli periodici effettuati dall’Ente gestore Acque Bresciane, è stata riscontrata una positività al Norovirus di Tipo II in 3 punti prelievo del Comune di San Felice del Benaco. Si ricorda che l’acqua destinata al consumo umano di San Felice del Benaco proviene dal lago di Garda e che la contaminazione da Norovirus ha come sorgente il circuito oro-fecale.”

La società Acque Bresciane, gestore della rete, subentrata a Garda Uno, ha già previsto l’uso di autobotti per rifornire le zone coinvolte, il tutto in attesa di ulteriori accertamenti e di riorganizzare interventi più mirati alla situazione.
Nel frattempo, i cittadini, già colpiti 9 anni fa, e che si trovano ora a rivivere gli stessi momenti, e a correre a rifornirsi di acqua nei supermercati più vicini, cominciano a farsi le prime domande.

In molti auspicano che la gestione dell’acquedotto torni nelle mani del Comune, mentre altri chiedono che si faccia almeno un’assemblea pubblica per spiegare come si sta gestendo la situazione, il tutto nell’attesa della prossima bolletta.