15 Maggio 2013, 14.37
Vestone
Incontri

Il libro e il costituzionalista

di Aldo Vaglia

Una nutrita presenza, soprattutto di giovani, ha seguito con interesse e partecipazione, all'auditorium di Vestone, la presentazione del libro di Vittorio Emanuele Parsi "La fine dell'uguaglianza"


Sul palco oltre all’autore, ordinario alla Cattolica, il moderatore Giuseppe Gabusi dell’università di Torino e il professor Claudio Martinelli dell’università la Bicocca di Milano, hanno illustrato, ognuno nel proprio campo di competenze, i passaggi più significativi e complessi dell’originale trattato sulle moderne disuguaglianze.

All’alto tenore degli interventi si è aggiunta per noi vestonesi la gradita sorpresa di ritrovare il ragazzo, figlio del compianto segretario Martinelli, affermato costituzionalista  e professore associato.
Le sue assicurazioni che questo non sarà uno sporadico intervento, ma solo l’inizio di una più costante presenza in ambito culturale valligiano ci hanno confermato che il legame con i luoghi dell’infanzia rimangono vivi in tutti noi.

Ma torniamo al libro e alla tesi in esso sostenuta: come la crisi economica sta distruggendo il primo valore della nostra democrazia.
Il monito dell’autore se si vuole uscire dalla crisi che non è solo economica, ma di valori, non può che essere quello di ritornare alle radici della democrazia moderna, rimettere al centro della nostra società il valore dell’uguaglianza che ha animato la rivoluzione americana e quella francese, valore messo in forse a partire dagli anni ’80 dalla esasperata e malintesa libertà di mercato.
Nessuna contrapposizione ci può essere, secondo l’autore, tra libertà e uguaglianza.
La libertà senza uguaglianza si chiama ”privilegio”. Come non c’è alcuna incompatibilità tra democrazia e mercato, anzi i loro destini sono strettamente legati.

Conclude il suo intervento il professor Parsi con queste parole: “L’unica soluzione alla crisi della democrazia e al prevalere di una nuova società di privilegi consiste nel riaffermare con forza il principio dell’uguaglianza come garanzia di coesione sociale, come fattore di sviluppo e di crescita, riconoscendone la convenienza economica accanto alla plausibilità morale”.
L’acquisto del libro con dedica dell’autore sono state le ultime formalità di una serata non sprecata.
 


Commenti:
ID31948 - 15/05/2013 16:31:46 - (Dru) - insisto

il voluto è ciò che si pone come il negativo del volente. Se il volente vuole la libertà dal voluto, questo è l’impossibile, questo è tutto quello che puoi trovare scritto da Eraclito ad Aristotele fin giù ai lidi dello Hegel. La libertà, come assoluto scioglimento del legame che fissa il voluto al volente, o sua relazione, può essere voluta ma non può essere realizzata pena l’uscire dall’orizzonte del phainesthai, del manifesto..interessante alla luce di quanto dico la rilettura del frammento 94 di Eraclito.Elios non oltrepasserà le sue misure: ché le Erinni, ministre di Dike, lo troverebbero.il sistemico o la complessità che vuole prescindere da questo è nuovamente un volere impossibile, la complessità o il sistemico che vede, come vede la filosofia, la forma dell’identico o identità è verità.

ID31949 - 15/05/2013 16:33:35 - (Dru) - scrive Mario

ho cominciato a scrivere sul treno, al ritorno dalle Marche, subito dopo il gesto di Preiti a Roma, e ho finito di scrivere subito dopo le picconate di Kabobo.Ora, mentre noi commentiamo, un uomo si è dato fuoco a Vittoria, ed altro ancora succederà.Rilevo con angoscia come le reazioni (oltre che impolitiche o prepolitiche – ma data la politica attuale non può che essere così) si rivolgano contro persone (compresi se stessi) e non contro cose (compresi sistemi), un altro aspetto della reificazione e dei rovesciamenti imperanti.Emerge poi questa figura dell’”uomo indebitato” (ne parla anche oggi su La Repubblica Gad Lerner) su cui economisti, sociologi, antropologi e filosofi stanno riflettendo – frutto del resto della riduzione ad homo oeconomicus dell’essere umano complesso, così come rilevato anche da Leretico.

ID31950 - 15/05/2013 16:34:27 - (Dru) - rispondo io

la coscienza infelice si realizza nel momento in cui crede in una “potenza” superiore che nega(=oppone fondandola) l’impotenza della coscienza infelice appunto: il DEBITO è questa nuova forma di potenza, se credo al debito quello mi uccide perché quello mi limita fino alla morte, mi consuma.Non è così però che la società e l’umanità si sta producendo e sta producendo le cose e i loro significati, è esattamente il contrario, e infatti le società si edificano proprio sulla morte di Dio e sulla nullificazione di ogni valore, anche del valore del denaro, che diventa così sempre più liquido e inconsistente, fruibile ed evanescente.Chi crede ancora in un qualche Dio (=debito), quel Dio lo soffocherà, chi non si rimette a nessun Dio, quello volerà, questo dicono le nuove filosofie a partire da Nietzche …

ID31951 - 15/05/2013 16:34:53 - (Dru) - e continuo

la politica è in crisi proprio perché si fonda su valori che sempre di più sono liquidi, perché noi vogliamo che lo siano, lo vogliamo perché al dunque a questo crediamo, crediamo che le cose divengano l’altro da sé, crediamo che l’ente(=le cose) sia niente quando non è e sia essere quando è e la ragione che gli sta alla base non sa come gestire questa liquidità.Questa ragione sta tramontando.

ID31952 - 15/05/2013 16:35:50 - (Dru) - replica Mario

“Il capitalismo è il primo caso di un culto che non redime il peccato, ma genera colpa… Un’enorme coscienza della colpa, che non sa rimettere i propri debiti” (W. Benjamin)

ID31953 - 15/05/2013 16:36:16 - (Dru) - e...

E 2.034 miliardi di euro è il debito pubblico italiano..

ID31954 - 15/05/2013 16:37:06 - (Dru) - io

se lo vuoi pagare (=il solido) allora è un debito e la colpa la devi espiare… Delitto e Castigo, se lo vuoi uccidere (=liquido) allora è un non-debito e allora non lo vuoi pagare e non c’è né Delitto(=colpevole) né Castigo (= leggi, stato)…

ID31955 - 15/05/2013 16:37:23 - (Dru) - io

L’obiezione potrebbe essere, come fai a non pagare un debito? risposta- non riconoscendolo come tale-

ID31956 - 15/05/2013 16:37:44 - (Dru) - io...

come fai ad uccidere Dio ?non riconoscendolo come tale.

ID31957 - 15/05/2013 16:39:53 - (Dru) - indirizzo Html

http://mariodomina.wordpress.com/2013/05/13/irrappresentabilita/

ID31959 - 15/05/2013 19:10:23 - (Aldo Vaglia) -

Il libro, ha specificato l'autore, non e' un trattato di filosofia. E' un libro di economia e di politica con una precisazione: l'economia non e' una scienza, anche se si ostinano a chiamarla con quel nome, lo dimostra il fatto che possono dare il Nobel un anno ad uno e l'anno dopo ad un altro che dice l'opposto del primo.

ID31979 - 16/05/2013 08:08:24 - (panta_rei) - Mi chiedo...

come possa un giovane di 20, 25 anni credere nell'uguaglianza. In ogni momento della sua vita ha visto e letto di privilegi disgustosi, una corte di nani, servi, ballerine e troie capaci di ogni più lurida bassezza pur di riempire la pancia. Con questo ventennale nostro insegnamento, la loro massima aspirazione, diventare calciatori e veline, è l'unico ideale che siamo riusciti a mostrare. Ciaociao

ID31980 - 16/05/2013 08:11:14 - (Dru) - alla radice di ogni disciplina umana vi è oggi su questo pianeta la filosofia

di quelle teoriche ma soprattutto di quelle pratico-teoriche. L'autore sbaglia a non definire l'economia una scienza, eccome che lo è, potrà dire che non è una scienza dura se proprio vuole concedersi un angolo di libertà, ma la scienza si fonda proprio sul principio da te esposto, oggi il nobel a me domani a te, è il gioco delle "parti" che solo la scienza sa fare con tutta la potenza che gli compete.

ID31983 - 16/05/2013 08:34:10 - (Dru) - a panta_rei

se lei vede veline e nani dappertutto e nei suoi sogni non è che questo modifichi il mondo in cui viviamo, questo è un problema suo, io vedo ogni giorno Severino, Platone, Aristotele, Haidegger,Hegel Nietzche, Leopardi,Anassimandro, Anassimene,Anassagora Protagora, Gorgia, Prodico e Ippia,Antifonte, Crizia, Trasimaco, Licofrone, Callicle, Alcidamante, Polo,Talete,Empedocle, Pitagora,Parmenide, Eraclito,Melisso, Zenone, Socrate,Diogene, Epicuro, e via,via discorrendo, vedo l'umanità più vera...

ID31987 - 16/05/2013 10:12:22 - (demorenis) - a Dru

tra due mesi o poco meno (dopo 29 anni di lavoro) resterò disoccupato.... dovrei "prenderla con filosofia"? Ah già, è un problema mio...

ID31990 - 16/05/2013 10:29:01 - (Aldo Vaglia) -

Duemila anni fa la filosofia era considerata la scienza per eccellenza. Oggi i filosofi hanno rinunciato al tentativo di spiegare tutto. Una definizione concreta di scienza e' utile per evitare fallimenti simili a quelli della filosofia classica. Purtroppo i filosofi sono stati sostituiti da altre classi di "pensatori" (cioe' che creano realta' frutto solo del loro pensiero) sociologi ed economisti in primis. Economisti vincitori di premi Nobel incapaci di prevedere cio' che accade nell'economia reale (affidabilita' da astrologia). Sulla sociologia che vuol essere una scienza al pari della fisica, della chimica, della matematica cosi' si esprime Morin: "la pretesa di monopolizzare la scientificita' (cioe' essere oggettivi) che anima alcuni sociologi, non e' soltanto terroristica, ma e' anche antiscientifica e oscurantista. Il filosofo il sociologo l'economista quando fanno previsioni non esprimono certezze, ma solo opinioni.

ID31991 - 16/05/2013 10:50:35 - (Dru) - rispondo agli ultimi due messaggi ma per primo prendo quello di Aldo

nelle poche righe che hai scritto hai bene espresso il pensiero di Severino... e il mio, ma attento alle parole ... un esempio , quando Morin scrive "fare la previsione", ecco quel "fare" è ancora ciò che del filosofo "fa" il mago, mentre la previsione è filosofia e non si "fa" ma "è". Poi vedi che le tue ultime righe qui collidono con il pensiero del nobel che negherebbe la scientificità dell'economia, infatti ora dici cosa è la scienza nel suo più profondo significato attuale e cioè quel "accade" che scrivi e il suo più profondo significato, significato evocato da Aristotele per primo nel libro gamma della metafisica.

ID31992 - 16/05/2013 10:54:35 - (Dru) - accade o accidens

ogni cosa l'occidente la vede per come "accade" e non per come "è", questo da quando Platone prima nel libro quinto della Repubblica e poi Aristotele nel libro quarto della metafisica ontologizzano la physis (=portano il divenire nell'essere) e cioè trasformano la fisica in metafisica. Il problema da risolvere è sempre la contraddizione insita nell'accadere dello stare, ma di questo ho scritto già molto e non vorrei essere petulante e pedante...

ID31993 - 16/05/2013 11:04:54 - (Dru) - a demorenis

in ogni verità c'è la contraddizione originaria, si tratta, ma è destino , il risolverla... chi parla della verità, i filosofi, non dicono la verità, perché già il dirla non è la verità, ma sono coscienti di esserci dentro.Posso solo farti gli auguri per un avvenire felice, ma l'avvenire felice dipende molto da come lo pensiamo già da ora.

ID31994 - 16/05/2013 11:09:48 - (Aldo Vaglia) - Test di scientificita'

L'esempio che faceva Parsi per spiegare la non scientificita' dell'economia era quello di far cadere dei bicchieri dal tavolo che finivano immancabilmente sul pavimento. Nessuno in quella sala si sarebbe sognato di contestare la legge di gravita', mentre ognuno aveva idee diverse su quanto lui andava raccontando. Da qui derivava il test di scientificita': Un concetto e' tanto meno scientifico quanto piu' e' criticabile in se'. Nonostante la filosofia, la psicologia, la sociologia, le scienze politiche si vogliano arrogare il diritto di entrare nel club delle scienze il test precedente le riconduce al rango di: opinioni suffragate da un metodo scientifico di indagine.

ID31995 - 16/05/2013 11:21:18 - (Dru) - Un concetto e' tanto più scientifico quanto piu' e' criticabile in se'.

... altrimenti saresti nuovamente contraddittorio.Un concetto è tanto più filosofico quanto è meno criticabile quanto è meno criticabile in sé, altrimenti Aldo non possiamo capirci, perchè tu dici che le mele sono pere. La scientificità si fonda sulla criticabilità o sull'accidens appunto, su ciò che accade e non su ciò che è in sé.

ID31996 - 16/05/2013 11:22:49 - (Dru) - scusate la ripetizione del "quanto è meno criticabile"

ma io sono appunto un razionalista e filosofo, non mi basta essere uno scienziato.

ID31997 - 16/05/2013 11:28:32 - (Dru) - Quelli che dicevano la loro in quella sala

erano tutti scienziati, mancava il filosofo.

ID31998 - 16/05/2013 12:14:26 - (Aldo Vaglia) -

Il tentativo di cambiare senso alle parole non cambia la realta' delle cose. La legge di gravita' rimane tale fino a prova del contrario. Il metodo della falsificabilita' e quello galileiano non sono in contrddizione. Il metodo seppure induttivo di Galileo non era sbagliato perche' non seguiva regole preconcette, ma le violava forse inconsciamente.

ID32002 - 16/05/2013 13:13:10 - (Dru) - le parole cambiano senso a seconda di come le adoperiamo o dell'azione a cui si propongono di pervenire

cambiato lo scopo cambia anche il loro senso. Se quelli seduti ad osservare il bicchiere in caduta avevano lo scopo di fare opinione e quindi di prevalere (hybris) allora il senso della gravità ( la sua determinazione) ha un senso, senso diverso da quello che gli è indicato da uno scienziato e ancora più in alto , da un filosofo.

ID32003 - 16/05/2013 13:14:32 - (Dru) - Gravità senza il senso

è una parola priva di significato.

ID32004 - 16/05/2013 13:23:33 - (Dru) - il filosofo

potrai dire, e qui mi metto dalla parte di chi obietta la filosofia e il suo significato, pretende di(= vuole) indicare la verità rischiando appunto di fare la figura di chi fa opinione cioè rischiando di prevaricare e di entrare nella sfera di Hybris, la prevaricazione appunto, ma questa obiezione è subito sgomberata dal significato profondo che è di filosofia, che è appunto l'apparire di ciò che sta in luce e che quindi semplicemente non indica ciò che "vuole" ma indica ciò che già da sempre "è".

ID32006 - 16/05/2013 13:45:18 - (Dru) - cioè il filosofo

in quella serata lì vi avrebbe detto che la Gravità, come il bicchiere e chi il bicchiere lascia cadere, sono nel cerchio dell'apparire, senza quel cerchio nulla potremmo nemmeno pensare, ogni cosa, ogni detto , ogni dire e che si dirà già sono qui adesso nell'immediato e in quel cerchio e oltre l'uomo e la realtà e il bicchiere e l'uomo che lo lascia cadere e la Gravità non può andare.

ID32007 - 16/05/2013 13:50:12 - (Dru) - la scienza Aldo...

è fede: noi crediamo che quello che stiamo indicando è Gravità, noi crediamo che quell'uomo che getta il bicchiere è uomo che getta il bicchiere, noi crediamo che quello è bicchiere... data non è la verità, dato non è l'uomo che getta il bicchiere, dato non è il bicchiere, data è la fede in quello che vediamo.

ID32008 - 16/05/2013 13:53:07 - (Aldo Vaglia) -

Cio' che avresti potuto dire era fuori tema e fuori luogo.

ID32009 - 16/05/2013 13:53:35 - (Dru) - senza la fede non muoveremmo un dito

ma la fede e il dito sono nel cerchio dell'apparire dell'esser sé dell'essente e del suo non esser l'altro, questa (=io che indico con le parole del nichilismo) è la verità (=cerchio dell'apparire).

ID32010 - 16/05/2013 13:54:43 - (Dru) - Ciò che avresti potuto dire

non è ciò che dico, ma ciò che avresti voluto tu che dicessi.

ID32011 - 16/05/2013 14:10:00 - (Dru) - ma Aldo rifletti sul tuo titolo o quanto di esso traspare

"il costituzionalista"... puoi davvero pensare di prescindere dalla filosofia per determinarne il significato ? allora io ti dico (0 qui ho un poco del messianico), che ogni parola che in quel luogo è stata detta non avrebbe il significato che ha oggi per noi se a fondarla non fosse stata la filosofia, fuori luogo e fuori argomento è colui che crede di averne il senso(=significato) senza avere approfondito appunto quello più ampio della filosofia, sua madre.

ID32023 - 16/05/2013 19:36:30 - (demorenis) -

Grazie Dru (AlessanDru?) per l'augurio. Ironicamente sarebbe da chiedersi: quale sarà il futuro dell'avvenire? Il pensiero è negativo, perchè è reale, è l'oggi. La positività è una speranza. Ma non c'è nulla di peggio che fare della speranza un'abitudine...

ID32029 - 16/05/2013 23:10:10 - (Leretico) - La speranza è la forz dell'uomo

La speranza è legata al futuro, non si può sperare per il passato. Questa banalità nasconde un'impostazione di pensiero profonda: l'uomo può ottenere un cambiamento solo nel futuro. E si sgomenta quando sa che non può prevedere cosa accadrà. La gravità in un certo modo ci consola, perché sappiamo prevedere cosa accadrà quando lasciamo cadere il bicchiere da una certa altezza. L'economia invece è un sistema complesso e la scienza determinista non è in grado di prevedere il suo stato in un certo preciso momento futuro. l'economia, la sociologia e la psicologia non sono scienze anche se applicano un metodo cosiddetto scientifico per auto-fondarsi. Tuttavia, anche ammettendo questo, non possiamo dire che la scienza non sia ipotetica. Anche la teoria gravitazionale di Newton è stata superata da quella di Einstein eppure prima che arrivasse Einstein la teoria di Newton era considera vera. Voglio dire che sia

ID32030 - 16/05/2013 23:14:17 - (Leretico) - continua

quella di Newton che quella di Einstein sono teorie, ipotesi sul mondo. La seconda spiega meglio della prima alcuni fenomeni della realtà. Se sono ipotesi allora la previsione del futuro ha uno scarto incolmabile che crea angoscia. Eppure la speranza, cioè la fede nella previsione, è la forza dell'uomo. La speranza non diventa mai un'abitudine perché il suo oggetto continua a cambiare: il futuro.

ID32031 - 17/05/2013 06:22:30 - (Dru) - Leretico confonde la scienza con la filosofia

sul contesto delle tue affermazioni sono con te, che il futuro "sembri" aperto alle possibilità e che ci appare per come non è e, nel medesimo tempo e per lo stesso riguardo, per come è, la possibilità, è il contraddittorio appunto. Ma è sul termine scienza che debbo scontrarmi con te, il che a dire il vero mi procura un qual certo velato piacere ;-), perché il tuo termine è il famoso cattivo uso che del termine oggi si dà a "scienza". Non sei il solo, Anche Aldo sopra tentava di difendere della scienza l'indifendibile, cioè tentava di riconoscere nel figlio, la scienza, il padre, la filosofia, ma il figlio, la scienza, oggi indica il tramonto del padre, riferendosi proprio alle posizioni intransigenti su cui si era posto quel padre.

ID32032 - 17/05/2013 06:28:40 - (Dru) - Allora quando dici che l'economia non è scienza

io debbo qui fermarti e dirti che oggi anche la parrocchia di Vestone, durante l'ora di catechismo, sta facendo scienza, altro che economia e premi nobel, e te lo dico perché la filosofia serve per smuovere le coscienze e per trasformare il mondo, non solo per contemplarlo così per come appare evidente. E te lo dico e ti conduco sulla via del giorno ricavando il nuovo concetto (= o concepito) di "scienza" da un passo di Nietzche che puoi leggere anche in "la Botte di Diogene" aforisma 72.

ID32033 - 17/05/2013 06:31:25 - (Dru) - da Umano troppo umano di Nietzche

«Tutti i filosofi hanno il comune difetto di partire dall’uomo attuale e di credere di giungere allo scopo attraverso un’analisi dello stesso. Inavvertitamente “l’Uomo” si configura alla loro mente come una æterna veritatis, come un’identità fissa in ogni vortice, come una misura certa delle cose. Ma tutto ciò che il filosofo enuncia sull’uomo, non è in fondo altro che una testimonianza sull’uomo di un periodo molto limitato. La mancanza di senso storico è il difetto ereditario di tutti i filosofi; molti addirittura pendono di punto in bianco la più recente configurazione dell’uomo, quale essa si è venuta delineando sotto la pressione di determinate religioni, anzi di determinati avvenimenti politici, come la forma fissa dalla quale si debba partire.

ID32034 - 17/05/2013 06:36:48 - (Dru) - da Umano troppo umano di Nietzche...

Non vogliono capire che l’uomo è divenuto e che anche la facoltà di conoscere è divenuta; mentre alcuni di loro si fanno addirittura fabbricare, da questa facoltà di conoscere, l’intero mondo. Ora tutto l’essenziale dell’evoluzione umana è avvenuto in tempi remotissimi, assai prima di quei quattromila anni che all’incirca conosciamo e durante i quali l’uomo non può essere gran che cambiato. Ma nell’uomo attuale il filosofo vede “istinti” suppone che essi appartengano ai fatti immutabili dell’uomo e possano quindi fornire una chiave alla comprensione del mondo in generale: tutta la teologia è basata sul fatto che dell’uomo degli ultimi quattro millenni si parla come di un uomo eterno, al quale tendono naturalmente tutte le cose del mondo. Ma tutto è divenuto; non ci sono fatti eterni: così come non ci sono verità assolute.

ID32035 - 17/05/2013 06:37:19 - (Dru) - da Umano troppo umano di Nietzche -fine-

Per conseguenza il filosofare storico è da ora in poi necessario, e con esso la virtù della modestia».

ID32036 - 17/05/2013 06:41:52 - (Dru) - "come una misura certa delle cose"

Questo l'antico senso della scienza che Nietzche individua e isola per criticare.non dimentichiamoci che i filosofi erano scienziati e la scienza prima era appunto la filosofia.

ID32037 - 17/05/2013 06:46:12 - (Dru) - "Non vogliono capire che l’uomo è divenutoe che anche la facoltà di conoscere è divenuta"

cioè qui è il senso storico, il divenire. Ma qui Nietzche fa un'operazione truffaldina, cioè sintetizza il fenomeno, ciò che ci appare per come diviene e la conoscienza o coscienza che è appunto ciò che per principio prima di lui avrebbe significato il permanere o lo stare delle cose cioè appunto quella misura certa delle cose che è la mente.

ID32038 - 17/05/2013 06:47:18 - (Dru) - conoscienza e coscienza lapsus

ero già su coscienza e ho scritto una cagata con conoscienza. ma andiamo avanti nell'analisi.

ID32039 - 17/05/2013 06:53:55 - (Dru) - ecco, il seguito serve a Nietzche per giustificare il suo di principio il principio del divenire di tutte le cose

"Ora tutto l’essenziale dell’evoluzione umana è avvenuto in tempi remotissimi, assai prima di quei quattromila anni che all’incirca conosciamo e durante i quali l’uomo non può essere gran che cambiato." Qui Nietzche mi appare contraddittorio, ma come prima oracoli il divenire e ora sei tu a fare il filosofo che dice la verità ?

ID32040 - 17/05/2013 06:58:56 - (Dru) - "Ma tutto è divenuto"

Qui sta la massima contraddizione, ma anche la massima espressione del genio di Nietzche, "il tutto che diviene", su questa contraddizione ora si fonda la potenza della "scienza" e il suo significato più profondo, divengono i nobel, diviene ogni principio, diviene ogni cosa, diviene il tutto e le cose tutte si calano nel contesto storico,caduco, effimero e dell'accadere appunto del cadere di ogni cosa dall'essere al nulla. Ci sarebbe da chiedere a questo punto a Nietzche e a Marx se anche quello storico non permane, ma non tergiversiamo...

ID32041 - 17/05/2013 07:00:45 - (Dru) - capite che voi due Aldo e Leretico che...

cercando qualche fissità dal sapore antico,nella Scienza, non fate altro che andare nella direzione opposta ?

ID32042 - 17/05/2013 07:03:03 - (Dru) - per la mia risposta a Nietzche

vi rimando sul blog "la botte di diogene-blog filosofico" all' "aforisma72"

ID32043 - 17/05/2013 07:32:52 - (Dru) - ah per dare un sigillo a questo intervento di Aldo

il "costituzionalista" è il mestiere più contraddittorio che oggi esista, almeno secondo Nietzche e gli adoratori del divenire.

ID32049 - 17/05/2013 08:32:42 - (Aldo Vaglia) -

Caro Dru, il tuo Olismo filosofico porta allo stesso risultato dell'Olismo medico, va bene per curare i sani. Quando si e' ammalati conviene rivolgersi alla medicina classica (scienza)

ID32050 - 17/05/2013 08:48:11 - (Dru) - in queste tue ultime parole mi convieni

ma nuovamente sei contraddittorio. La medicina classica è proprio quel veleno che Nietzche ha individuato nel corpo sano del divenire e che ha definitivamente indicato come sulla strada del tramonto. La scienza odierna ha fondato tutta la sua potenza su questo principio , sul principio del divenire o accadere o cadere (caduche le cose tutte). Cioè, se vuoi rifarti alla medicina classica (=scienza classica) sei "adoratore" dell'eterno e del dir lo stesso, se vuoi rifarti a quella moderna (=scienza moderna) sei "adoratore" del divenir l'altro. Ma se sei adoratore della scienza classica e vuoi combatterla allora ti contraddici per il (PDNC) o semplicemente (= complessità) principio di non contraddizione.

ID32051 - 17/05/2013 08:56:19 - (Dru) -

Quando si è ammalati oggi la scienza, sulle ali della filosofia, ti dice che se vuoi curarti devi affidarti al divenir'l'altro, ti dice che devi affidarti al contraddittorio, ma intanto questo contraddittorio è la potenza massima e "sembra" che guarisca da molti mali.

ID32052 - 17/05/2013 08:59:45 - (Aldo Vaglia) -

Ti devi fidare dell'antibiotico, non affidare al divenir altro se non vuoi crepare.

ID32053 - 17/05/2013 09:00:20 - (Dru) - il contraddittorio è la volontà o fede in questo divenir l'altro da sé

in questo contesto ho detto sopra che la lezione di catechismo oggi è scienza, in una certa qual forma la cosa è assolutamente identica.

ID32054 - 17/05/2013 09:09:34 - (Dru) - "ti devi fidare dell'antibiotico"

"Eritis sicut dii" dice il serpente ad Adamo ed Eva nel racconto veterotestamentario e questo significa che se mangeranno il frutto divino diventeranno come Dei, ecco la forma del divenir l'altro del mangiare, come l'ingerire un antibiotico.Se compiranno il gesto, se per volontà vorranno diventare l'altro e lasciarsi indietro nel modo più radicale la loro natura umana, i limiti a cui essa li costringe e soprattutto il pericolo della morte, allora saranno come Dio. Vedi Aldo che siamo nuovamente ad un ora di catechismo.

ID32055 - 17/05/2013 09:23:10 - (Leretico) - I risultati della scienza sono innegabili

Ho scritto che la scienza è ipotesi (Popper e il falsificazionismo docunt) e nel senso severiniano è fede. Ciò non toglie che nell'ambito delle cose complicate i suoi risultati siano innegabili. L'antibiotico è una delle cose prodotte dalla scienza. Peccato però che abbia anche delle controindicazioni: i batteri sopravvissuti all'antibiotico si fortificano per la stessa legge darwiniana dell'evoluzione. L'antibiotico uccide i batteri più deboli e lascia il campo allo sviluppo dei più forti. Come la mettiamo? I rimedi del determinismo possono provocare gravi danni se applicati a sistemi complessi come quelli umani senza cognizione. Insomma lo strumento scientifico arriva fino ad un certo punto, il resto per la maggior parte è ambito della complessità e quindi anche della filosofia.

ID32056 - 17/05/2013 09:34:44 - (Dru) - ecco qui Leretico è hegeliano, metafisico...

ma Nietzche nasce appunto per demolire Hegel, cioè qui, nelle tue parole, ancora la contraddizione è viva, dice Leretico: possiamo negare quasi tutto ma i risultati a cui giunge la scienza no non possiamo negarli, e qui nuovamente ti debbo contraddire caro Leretico, sempre con quel velato piacere;-),Nietzche con la sua fondazione, la fondazione della nuova scienza, pone sulle sue spalle le ali ( le ali sono la potenza) proprio in quel termine sopraddetto "Ma tutto è divenuto", ogni risultato scientifico ha nel suo animo la sua assoluta e imprescindibile negazione. Ci sarebbe da chiarire dove chiaramente a questo punto Nietzche si discosti da Hegel ma questo è un altro argomento... il risultato scientifico o Resultat, alla Hegel, da Nietzche è messo in discussione come ogni altra cosa, la realtà, che è il razionale, "dice" lo Hegel a Nietzche importa nulla nel senso che se è una cosa allora diventa l'altro come ogni altra cosa.

ID32057 - 17/05/2013 09:37:22 - (Dru) - i risultati scientifici, dopo nietzche e con il conforto di Popper

sono negabilissimi, come ogni altra cosa, lo sono in virtù del fatto che non si riconosce la loro opposizione o si riconosce la negazione o il nulla come principio.

ID32060 - 17/05/2013 09:55:24 - (Dru) - scusa ma sto lavorando e l'ultima mia frase in ID32056 scritta come l'ho scritta è incomprensibile...

Ho scritto " il risultato scientifico o Resultat, alla Hegel, da Nietzche è messo in discussione come ogni altra cosa, la realtà, che è il razionale, "dice" lo Hegel a Nietzche importa nulla nel senso che se è una cosa allora diventa l'altro come ogni altra cosa." adesso ccorreggo... " il risultato scientifico o Resultat, alla Hegel, da Nietzche è messo in discussione come ogni altra cosa, la realtà, che è il razionale, "dice" lo Hegel a Nietzche, importa nulla nel senso che se è una cosa allora diventa l'altro come ogni altra cosa." qui si mancava una virgola essenziale.

ID32070 - 17/05/2013 15:07:49 - (Dru) - beh...

...insomma, se avete voglia un attimo di approfondire davvero questi argomenti un primo approccio può esse questo: scrivete in Google.. -Emanuele Severino e Relativismo 1- e poi di seguito per altre 5 piacevolissime esposizioni. Severino per essere capito va riascoltato, a meno di essere Severino o come lui.

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