Politiche giovanili, quali prospettive?

Nel pomeriggio di ieri agli Stati generali del sociale in corso presso la Comunità montana di Valle sabbia si è parlato di politiche giovanili.

Rispetto ai giorni precedenti c’era qualche amministratore pubblico di più a seguire i lavori, anche se è spiccata l’assenza dell’assessore ai Servizi sociali della Comunità montana, Giovanni Maria Marchi, mai visto nei tre giorni dei work shop, organizzati da Vallesabbia Solidale e, appunto, dalla Comunità montana.

Il primo incontro è stato con don Marco Mori, direttore dell’Ufficio Oratori e Pastorale Giovanile della diocesi di Brescia che ha parlato del ruolo degli oratori nella rete sociale.
Don Marco ha presentato una panoramica dello stato dell’arte del ruolo degli oratori nel bresciano in generale, evidenziando come in questi anni gli oratori si siano aperti al territorio, creando collaborazioni e sinergie con le realtà pubbliche. “E questo – ha detto il sacerdote – ha evidenziato che lavorare insieme non solo è possibile, ma necessario e utile, senza che ciò leda la personalità e la peculiarità di ciascuno”.
In molti casi si è passati a istituzionalizzare dei luoghi ad hoc di coordinamento e di progetto (tavoli di programmazione territoriale) come avviene da anni fra Comune di Brescia e gli oratori della città.
Il fatto di sedersi al tavolo delle politiche giovanili ha portato, in molti casi, alla collaborazione fra oratori che prima agivano per proprio conto.

Don Marco ha poi proposto alcune riflessioni sul futuro degli oratori in relazione ai cambiamenti in atto. Un primo aspetto riguarderà la diminuzione delle risorse pubbliche che implicheranno la ricerca di nuovi modelli organizzativi.
Un’altra spinta la darà la creazione nella nostra diocesi delle Unità pastorali, che dovranno prevedere una regia educativa unica per gli oratori delle parrocchie dell’Unità, con programmazione e progettazione comune.
Sui nuovi temi su cui punta Regione Lombardia in tema di politiche giovanili, vale a dire lavoro, casa, accesso al credito, secondo don Marco gli oratori non possono dire molto, anche se potrebbero entrare in gioco per la parte educativa.
Per il sacerdote serve, invece, riformulare l’azione sui temi tradizionali quali l’associazionismo dei giovani e il disagio giovanile.
Per il primo tema bisogna pensare a come inserire i giovani nelle attività di volontariato e nelle associazioni, mentre per quanto riguarda il disagio vi sono oggi delle forme invisibili ma incisive, quali la dipendenza da alcool e da tecnologia, con il rischio dell’isolamento dei ragazzi. Altro pericolo è il gioco online, che riguardo anche gli adulti.
Importante deve essere anche il ruolo dello sport negli oratori, pensato sempre in un’ottica educativa, e anche l’affermazione una nuova cultura del divertimento che renda i giovani protagonisti e non passivi.

Davvero interessante l’esperienza portata da Giovanni Campagnoli, fondatore della cooperativa sociale “Vedogiovane” e responsabile della Rete nazionale politichegiovanili.it di un percorso di intraprendenza giovanile realizzato ad Arona.
Una vecchia casa del popolo, ormai abbandonata, è diventata un luogo di incontro e un incubatoio di piccole attività professionali per i ragazzi, chiamato “Meltin’pop” (www.meltinpop.it). Un progetto realizzato grazie a un lavori di rete che ha messo in comunicazione e in collaborazione le realtà del territorio, sparse su più comuni, e coinvolgendo anche soggetti esterni al mondo dei giovani in modo da creare dei legami e degli sbocchi professionali per i giovani.
In questi anni si sono creati 15 imprese con 26 posti di lavoro, mettendo a frutto le abilità dei ragazzi, che vanno dalla gestione di un bar, al catering, dalla fotografia alla realizzazione di video, dall’animazione a nuovi mestieri artigiani pubblicizzati tramite web.
Un percorso nato dalla capacità di mettersi in discussione con una capacita di programmazione e di coordinamento delle risorse operata dalla cooperativa sociale. Un esempio che può essere esportato anche in altri territori.

In foto:

. don Marco Mori
. il pubblico del convegno
. Giovanni Campagnoli con Emanuele Turelli, presidente di Vallesabbia Solidale

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