Una toccante testimonianza di impegno civile e di provocazione delle coscienze quella andata in scena venerdì sera nel teatro di Villanuova dedicata alla figura di Peppino Impastato
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“Peppino ha combattuto la mafia con le sole armi della parola e dell’ironiaâ€. Le parole lasciano il segno, scuotono le coscienze, sono il motore del cambiamento. È stata una testimonianza vibrante quella portata da Giovanni Impastato sulla figura del fratello Peppino, ucciso da mano mafiosa nel 1978 a soli trent’anni.
La serata, organizzata dall’amministrazione comunale, ha visto prima la rappresentazione di “Radio drammaâ€, uno spettacolo teatrale con musica e parole, portato in scena da Paola Cannizzaro e Filippo Garlanda del Teatro Belcan, che ha raccontato la vicenda umana del giovane siciliano impegnato a combattere la mafia del proprio paese attraverso il suo impegno politico, personale e civile, capace di coinvolgere altri giovani per cambiare la società in cui viveva.
Peppino Impastato è una figura complessa e poliedrica, un artista l’ha definito suo fratello Giovanni intervenuto insieme al giornalista e scrittore Fernando Scalata, autore del libro “Tentacoli. La criminalità mafiosa a Bresciaâ€.
Lo spettacolo ha reso bene l’atmosfera entro la quale Peppino Impastato agiva: la denuncia attraverso la stampa prima e la radio poi. Da “Radio Out†Peppino metteva in luce le collusioni fra il potere politico locale e le famiglie mafiose. Una denuncia che spesso assumeva i toni dell’ironia, dello sberleffo, mettendo in ridicolo i comportamenti mafiosi, minando così il consenso sociale di cui godevano i capimafia. E questo gli valse una condanna a morte da parte del padrino Tano Badalamenti.
Militante politico della sinistra “ma senza paraocchiâ€, dice il fratello, Peppino fu negli anni ’70 un vero animatore culturale del suo paese. Una persona all’avanguardia per il suo tempo e nella sua terra: ecologista, pacifista, giornalista; nel suo Circolo Musica e Cultura prese vita anche il primo movimento femminista in Sicilia.
Ma la storia di Peppino Impastato è emblematica perché a tutto questo bisogna aggiungere anche il dramma personale familiare: Peppino, infatti, proveniva da una famiglia mafiosa, e fin da piccolo quello stile di vita era stato per lui la normalità . Dopo l’uccisione di un suo zio materno, il potente capomafia Cesare Manzella, egli cominciò a prendere coscienza dell’ingiustizia che stava alla base di questa cultura mafiosa e si attivò in prima persona per combatterla fuori e dentro la sua famiglia.
Quella di venerdì a Villanuova è stata quindi una serata risvegliare le nostre coscienze, per mettere in guardia la società civile anche delle nostre zone, in Lombardia e anche nel Bresciano, dove la presenza mafiosa negli ultimi anni si è fatta sentire prepotentemente, in modo particolare l’Ndrangheta, come ha testimoniato Fernando Scalata e come ben ci ricordano i fatti che hanno portato alla caduta della giunta Formigoni in Regione.
La mafia vive di omertà , di ricatti, di collusioni con il potere politico, di affari sporchi, che minano le basi della società , dell’economia e della democrazia. È dovere di tutti, istituzioni e società civile, tenere alta la guardia affinché ciò non avvenga.
In foto:
. Paola Cannizzaro e Filippo Garlanda del Teatro Belcan
. Fernando Scalata e Giovanni Impastato
In scena la storia di Peppino Impastato Venerdì sera al teatro di Villanuova lo spettacolo "Radio Dramma" a cui seguirà l'incontro con Giovanni Impastato, fratello di Peppino, impegnato a diffondere la cultura della legalità, e Fernando Scalata, autore del libro "Tentacoli. La criminalità mafiosa a Brescia"
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