Sarà recuperata la Madonna della Neve

A due anni di distanza dal terremoto del novembre 2004, tanti edifici della sponda occidentale del Garda della Valsabbia (come evidenziato anche dal servizio a fianco) portano ancora addosso le «ferite» profonde che il sisma ha inferto.

In particolare per le strutture di più antica fattura, spesso non è stato terminato il restauro; e in molti casi le operazioni sono ancora da avviare. Generalmente per motivi economici, logistici e burocratici.

Simbolico, in questo senso, il caso del santuario dedicato alla «Madonna della Neve», costruito sulla cima del monte Renico a Villanuova: un luogo di culto preziosissimo per tanti fedeli, che da secoli raggiungono la chiesetta e la piccola canonica da tutto il territorio valsabbino e gardesano.

La costruzione, originaria del Cinquecento (anche se forse fu eretta su strutture già esistenti e ben più antiche), fu messa in serio pericolo dal terremoto, «che causò il crollo del tetto del campanile, il distacco della facciata e un grave danno diffuso su tutto l’edificio, con particolare interesse per la parte decorativa interna», ricorda Fedele Mora, responsabile dell’Area tecnica del Comune di Villanuova, proprietario dell’immobile.

«Entro la fine di marzo - continua - presenteremo il progetto definitivo per il recupero del santuario; ma nel frattempo sono stati eseguiti dei lavori di puntellamento della facciata, che a causa di alcune leggerissime scosse sismiche dell’estate scorsa rischiava il completo scollamento.

Ora lo stabile è stato messo in sicurezza, e questo intervento ha funzionato anche da "pilota" per il futuro, dato che la logistica delle operazioni di restauro è piuttosto complicata».

Già, perchè la chiesetta è raggiungibile soltanto attraverso sentieri stretti da percorrere esclusivamente a piedi. Oppure in elicottero. E naturalmente è stato questo il metodo scelto per trasportare fin sulla cima il materiale necessario ai lavori di puntellamento.

Il trasporto e la successiva opera di messa in sicurezza sono stati eseguiti grazie alla collaborazione dei tecnici della Provincia di Milano, che fin dal novembre 2004 ha affiancato l’amministrazione villanovese in tutte le tappe del lungo calvario che ha preceduto queste fasi decisive per il restauro.

Dall’istituzione meneghina erano arrivati sia il totale appoggio nella progettazione, sia contributi economici compresi fra i 70 e gli 80 mila euro, ovvero quelli necessari per avviare il recupero: proprio con una parte di queste somme è stato coperto il costo dell’intervento preliminare dei giorni scorsi.

Attualmente, lo studio dei progetti è affidato a una squadra di tecnici che comprende sia elementi milanesi, sia esperti locali. Come l’architetto Barba e l’ingegner Zanardi. «Questa proficua collaborazione fra noi e la Provincia di Milano ci permetterà di portare avanti i lavori con estrema cura - spiega ancora Fedele Mora -, perché l’obiettivo principale è quello di conservare al massimo le caratteristiche ambientali, artistiche e architettoniche dell’edificio».

Luca Cortini
Da Bresciaoggi

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