25 Febbraio 2016, 07.14
Vobarno
Frana a Vobarno

L'esplosione, poi il disgaggio

di val.

Ieri pomeriggio tutti col naso ll'insù a Vobarno, dove gli artificieri hanno provveduto a far esplodere microcariche nelle rocce pericolanti del "Sengol"


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Ventiquattro fori, penetrando la roccia da due a quattro metri, a contenere in tutto un quintale di “microcariche”: così nel gergo si chiama il tritolo da cava utilizzato per disgregare i massi.

A dare il via, qualche minuto dopo le 15 di ieri, ci hanno pensato i tecnici saliti in quota con un elicottero giunto apposta dalla valtellina, per avere un punto di osservazione ottimale e sicuro anche per gli operatori sistemati a terra.

L’impulso all’esplosione è stato dato elettricamente
e in pochi secondi si sono riversati nei canaloni, precipitando per trecento metri di quota, circa seicento metri cubi di sassi.
Solo i pezzi più grossi, una dozzina, hanno raggiunto la strada che da Carpeneda di Vobarno sale fino a Teglie.
Meno ancora quelli che l’hanno superata precipitando poi sulla Provinciale IV.

A preoccupare maggiormente, però, quelli che sono rimasti a metà strada: «I rocciatori dovranno smuoverli uno ad uno con le leve per farli precipitare fino a dove non saranno più in grado di nuocere» hanno spiegato gli addetti.
Operazione che ieri è solo cominciata, ovviamente partendo dall’alto.

Così è trascorso il pomeriggio di ieri a Vobarno: intervento necessario, dopo più di due settimane di lavoro, a mitigare ulteriormente la pericolosità dei versanti del Monte “Sengol”, che dalla sera di sabato 6 febbraio impedisce il transito sulle due strade appena citate.

Al riparo, da via Ferriera, le varie fasi dell’operazione sono state seguite momento per momento da sindaco e vicesindaco, dai tecnici incaricati da amministrazioni e privati, dagli uomini della Protezione civile, dai carabinieri e dagli agenti della Locale, che intanto gestivano i vari punti di accesso alla zona per tenere lontani e al sicuro i curiosi.

«Terminate le operazioni di rimozione dei massi, ci sarà da riposizionare, irrobustendola, una rete paramassi e ne metteremo anche una seconda, ripristinando e anzi migliorando le originarie condizioni di sicurezza – ci ha detto il vicesindaco Paolo Pavoni -. Solo allora potremo riaprire la strada, in un primo momento ad orari prestabiliti e sotto il diretto controllo di chi continuerà ad operare in parete».

Bisognerà però attendere che si concluda la prima decade di marzo.
Ieri pomeriggio, per evitare inutili rischi, Valsir ha fermato la produzione per qualche ora.
L’azienda, nei giorni scorsi, ha fatto erigere a monte della Provinciale un “vallo” lungo 230 metri in terra e terra armata, migliorando così decisamente le condizioni di sicurezza in fabbrica, ma anche sulla strada che le scorre a fianco.

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Grazie ai lettori per le fotografie che ci sono state inviate




Commenti:
ID64429 - 25/02/2016 14:37:34 - (sopraponte) - Chissà la trattoria da Angela...

se ne avrà risentito, essendo proprio li nel mezzo...

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