«Eureka», profughi in arrivo

 
Serata piuttosto accesa quella di martedì scorso a Carpeneda di Vobarno, dove il sindaco Beppe Lancini e l'Amministrazione quasi al completo, oltre al Consiglio di frazione, si sono presentati in piazza per discutere di quello che sembra l'imminente arrivo di un nuovo contingente di richiedenti asilo.

Trentacinque profughi, che dovrebbero trovare spazio nell'hotel Eureka, che si affaccia sulla Provinciale a due passi dal centro della frazione vobarnese.
Era chiuso da qualche anno e da qualche tempo fervono i lavori di sistemazione di 17 camere ed un appartamento, per rendere il tutto idoneo ad ospitare questi nuovo "clienti".
La cooperativa che se ne occuperà dovrebbe essere la stessa che sta gestendo i profughi al Tre Casali di Anfo.
Si dice che dei 42 euro giorno per profugo sette andranno al proprietario dell'Eureka, il resto alla cooperativa.
 
«Intendiamoci - hanno chiarito gli amministratori, sindaco in testa, nel tentativo di calmare certi animi concitati -, questa situazione non l'abbiamo certo voluta noi, siamo qui e ci mettiamo la faccia, al fianco dei cittadini, e faremo di tutto per darvi una mano, nella legalità ovviamente».  

Il primo atto è la formulazione di un documento pubblico col quale l'Amministrazione prende le distanze dalla decisione prefettizia di raddoppiare in pratica la presenza di profughi sul territorio vobarnese.

«Chi è causa del proprio mal pianga se stesso - ha detto invece Ernesto Cadenelli, anche lui in piazza a Carpeneda a rappresentare la minoranza consiliare -. Questo è il frutto di una politica miope che ha voluto negare un problema quando era gestibile».

Il riferimento era alla "clausola di salvaguardia" promossa dal prefetto per quei Comuni valsabbini che entro aprile scorso avessero formalmente aderito alla formula dello "Sprar", cioè della gestione diretta da parte delle amministarzioni locali dei richiedenti asilo (come ha fatto Roè ad esempio).
In quel caso a Vobarno non sarebbero stati destinati più di una ventina di profughi. Ma in Consiglio comunale la maggioranza ha detto no.

«Non è vero, questi 35 profughi sarebbero stati assegnati comunque. Me lo hanno assicurato i nostri referenti in Prefettura» ha sostenuto su questo punto il vicesindaco Pavoni.

Ad accendere gli animi, martedì in piazza a Carpeneda, anche il fatto che il proprietario dell'Eureka è un leghista della prima ora, tanto che fino a qualche giorno fa sullo stabile campeggiava la bandiera della Repubblica di Venezia. Che ora non c'è più.
Avrebbe dovuto esserci anche lui in piazza, ma ha declinato l'invito.

Questo e altri video, con una risoluzione maggiore, su ValesabbianewsTV

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