12 Marzo 2017, 08.00
Mali-Gavardo

Completato il villaggio «Don Mario Pasini»

di Cesare Fumana

Ultima missione a inizio anno del gruppo Mali-Gavardo per verificare gli impianti e completare gli ultimi lavori del villaggio che comprende un ospedale, un orfanotrofio e delle scuole a Segou, nel sud del Mali


Ha cominciato a funzionare il villaggio “Don Mario Pasiniâ€, inaugurato l’anno scorso a Segou, in Mali, realizzato dal gruppo Mali-Gavardo, con il contributo di Cuore Amico.

All’inizio di quest’anno, dal 3 al 21 gennaio, 18 volontari, guidati come sempre dall’instancabile Gabriele Avanzi, si sono recati nuovamente in Mali per completare alcune strutture e verificare il funzionamento di tutti gli impianti.

Quest’opera è la realizzazione del progetto Mali 13 e riassume tutte le esperienze realizzate da questo sodalizio gavardese, che coinvolge volontari da tante zone della provincia e oltre, in terra d’Africa.

Il villaggio, che si estende su una superficie di 10 ettari, infatti, è composto da un ospedale, intitolato al beato Paolo VI, una scuola materna con orfanotrofio, una scuola elementare e una scuola professionale ad indirizzo agrario. Completano il centro la casa delle suore, con delle sale di formazione per le donne maliane e una dependance con alcuni alloggi per i volontari. A gestire questa struttura ci sono al momento tre suore locali, della congregazione delle Figlie di Maria Immacolata, ognuna con una specializzazione: una è medico, un’altra è direttrice scolastica e la terza una puericultrice.

Con questo di Segou sono ben 6 gli ospedali realizzati in Mali dal gruppo Mali-Gavardo: strutture all’avanguardia rispetto ai nosocomi del povero paese africano.
Questi ospedali, di proprietà della Conferenza episcopale del Mali, sono convenzionati con il governo e fungono anche da scuole per infermieri e tecnici per altre strutture sanitarie del Paese.

Nel corso della missione di quest’anno, i volontari sono stati impegnati ad allestire l’ospedale mettendo in funzione gli strumenti e i laboratori, compresa una sala operatoria. Inoltre sono stati impegnati nella costruzione di due pozzi d’acqua e ad un interessante progetto per imbottigliare l’acqua da utilizzare all’interno del centro.

Con un investimento di 25mila, è stata acquistata una macchina che permette di “impacchettare†l’acqua. Invece di imbottigliarla in bottiglie di plastica, questo macchinario consente di riempire dei semplici sacchetti in modo da poterla conservare.
In una parte del capannone della scuola agraria è stato costruito un locale sterilizzato dove collocare questo macchinario che funziona grazie all’energia ricavata dai pannelli solari.
L’acqua di questi pozzi viene prelevata ad una profondità di 40 e 60 metri, ed è particolarmente pura. Oltre che per bere, sarà utilizzata anche per l’agricoltura, in modo che i prodotti coltivati siano salubri. Infatti, succede spesso che per l’agricoltura, vista la scarsità, venga utilizzata acqua non pulita.

Con il gruppo dei volontari era presente anche il dottor Giuliano Brunori, responsabile della dialisi per gli ospedali del Trentino che con la figlia Chiara si sono occupati di ammodernare il reparto dialisi dell’ospedale di Bamako, nella capitale. Grazie alla generosità di una ditta produttrice, saranno forniti 10 nuovi macchinari per il centro dialisi per questa struttura.

In questi mesi le suore saranno impegnate anche a individuare il personale laico per le scuole e l’ospedale: insegnanti per la scuola materna e la scuola elementare e per quella di indirizzo agrario e infermieri e medici per l’ospedale. Già adesso le strutture funzionano come doposcuola per i bambini e i ragazzi, mentre entreranno completamente in funzione dall’inizio del prossimo anno scolastico. Nel frattempo si stanno anche facendo i preparativi per dare il via all’attività agricola, con l’arrivo della stagione delle piogge nel mese di giugno.

Nell’arco della loro permanenza i volontari e le suore hanno vissuto momenti insieme. «Perché questa cooperazione possa proseguire nel migliore dei modi – ci dice Gabriele Avanzi – è importante che le suore siano aperti al territorio e anche alle persone che giungeranno dall’Italia per portare il loro contributo in vari ambiti».
Per questo è stata creata una dependance con delle stanze dedicate proprio ad ospitare i volontari che potranno prestare la loro opera. «Sarebbe bello che nel periodo delle vacanze di Natale qualche giovane possa fare un’esperienza di collaborazione internazionale come questa: sarebbe un arricchimento per tutti». Le porte sono sempre aperte.

Concluso un progetto, il gruppo sta già lavorando a quello successivo: in questo caso si tratta di un villaggio simile a questo in Congo. Un progetto dei Salesiani di don Bosco, ai quali il gruppo gavardese darà assistenza sia in termini di progettazione sia di volontari.




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