Giovedì, 21 novembre 2024


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martedì, 11 giugno 2024 Aggiornato alle 18:12Eco del Perlasca

Il Perlasca in bianco per chiedere la pace e un futuro all’insegna della fratellanza

di Celeste Pezzali

 

Centinaia di ragazzi con indosso una maglietta bianca, seduti in silenzio tenendosi la mano nel campo da calcio della scuola. 

Gli studenti del Perlasca ricordano così che in quello stesso momento decine di ragazzi in diverse parti del mondo stanno morendo sotto le bombe, vittime di scontri a fuoco o per la mancanza di cibo e non hanno la possibilità di studiare per costruirsi un futuro e di divertirsi e festeggiare con i coetanei, come hanno fatto loro fino a pochi minuti prima. 

Con questa immagine si è chiuso sabato a Vobarno l’anno scolastico, con la speranza che la guerra rimanga solo un racconto nei libri di storia e che la pace divenga invece la parola chiave del futuro, del loro futuro.


I rappresentanti degli studenti leggono le parole di Gino Strada che, citando Erasmo da Rottardam, ci dice che “La guerra piace a chi non la conosce”. Lui, fondatore di Emergency, che la guerra l’ha conosciuta nelle sale operatorie delle zone di guerra di tutto il mondo e che ci fa riflettere sul fatto che “La guerra è morti, e ancora di più feriti, quattro feriti per ogni morto, dicono le statistiche. I feriti sono il “lavoro incompiuto” della guerra, coloro che la guerra ha colpito ma non è riuscita a uccidere: esseri umani che soffrono, emanano dolore e disperazione. (…) Per oltre trent’anni ho letto e ascoltato bugie sulla guerra. Che la motivazione — o più spesso la scusa — per una guerra fosse sconfiggere il terrorismo o rimuovere un dittatore, oppure portare libertà e democrazia, sempre me la trovavo davanti nella sua unica verità: le vittime. (…) I normali cittadini sono diventati le vittime della guerra — il suo risultato concreto — molto più dei combattenti.”

 

Negli occhi ci sono le immagini tremende che ogni giorno i ragazzi vedono sui social, perché oggi la guerra è sotto i riflettori, è documentata e trasmessa in tempo reale e proprio per questo entra ancora più prepotentemente nella loro quotidianità, con tutta la sua violenza. 

Ed è proprio per non rimanere assuefatti a questa violenza, per ricordarci che non è e non deve essere la normalità, che è importante fermarsi, in silenzio, riflettere e, anche con un piccolo gesto, dire che il futuro può essere diverso, può essere fatto di dialogo, di comprensione e di fratellanza.

 

Questo traguardo può essere raggiunto solo lavorando ogni giorno in questa direzione, come hanno fatto durante tutto l’anno scolastico i rappresentanti del gruppo studentesco di IISpire (Songne Tawfik, Filisina Serena, Giovinazzi Michele e tutti gli alunni che hanno dato il loro contributo nelle riunioni settimanali di programmazione), coordinati dalla prof.ssa Elena Pellegrini. 

 

Si è partiti con la bella iniziativa del mese di novembre con la quale, nel giorno in cui si celebra la giornata contro la violenza sulle donne, i ragazzi del Perlasca hanno trovato all’ingresso dell’Istituto un fiocco bianco da indossare per manifestare la propria sensibilità al tema e la propria vicinanza alle donne vittime di soprusi o non riconosciute o valorizzate al pari degli uomini. 

 

Si è poi proseguito in primavera con il “Cultural day”, un’assemblea studentesca ideata per valorizzare la preziosa ricchezza e varietà culturale del nostro Istituto, nella quale sono state organizzate aule tematiche dagli studenti di origine straniera della nostra scuola che hanno presentato ai compagni il Paese di provenienza delle loro famiglie, facendone conoscere la storia, le tradizioni e le peculiarità. Per concludere infine con questo momento di raccoglimento durante l’assemblea dell’ultimo giorno dell’anno, per dire no alla violenza e per lanciare un messaggio di pace.

 

Se quindi il futuro è nelle mani dei giovani, la speranza è che sia nelle mani di ragazzi come questi, che hanno messo a disposizione il proprio tempo e le proprie energie per la comunità scolastica, primo nucleo della società dove mettersi alla prova come cittadini, e che lo hanno fatto sulla base di valori importanti quali l’uguaglianza, la solidarietà, la cooperazione e l’apertura nei confronti dell’altro.

 

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