«Vigilare sulla libertà, impegnarci per la pace»
Riportiamo integralmente il discorso pronunciato dalla rappresentante degli studenti dell’Istituto “Perlasca” di Idro alla manifestazione di Barbaine
Buongiorno a tutti.
Sono Giada e sono una studentessa dell'Istituto di Istruzione Superiore di Valle Sabbia “Giacomo Perlasca” e tutti noi che ne facciamo parte, dalla dirigente, a tutto il personale, a noi alunni, siamo orgogliosi di tenere vivo il nome del capo della Brigata Perlasca delle Fiamme Verdi bresciane.
Per molti di noi è proprio la scuola la fonte di conoscenza dei fatti accaduti in Valle Sabbia.
L'8 settembre del 1943 ha fine una dittatura che aveva umiliato e corrotto. E a Roma, il 9 settembre, viene fondato il Comitato di liberazione nazionale con lo scopo di dar vita e gestire clandestinamente la lotta armata di liberazione dal nazifascismo.
La Resistenza fu una mobilitazione anche di tanti giovani pronti al sacrificio nella lotta contro l'ingiustizia.
Resistenza: si resiste a qualcosa che ci colpisce, cercando di distruggerci. La Resistenza è silenziosa ma ferma.
Per i giovani, oggi, che guardano la storia nel passato e nel presente, sorge spesso un sentimento di costernazione, di stupore, di impotenza, di smarrimento.
Nella società dell’informazione, la nostra dagli anni Cinquanta, in cui l'informazione rappresenta un bene, in cui la conoscenza ha un importante peso economico, paradossalmente, noi tutti fatichiamo ad orientarci, a capire, a conoscere.
Ed ecco questa giornata, questa esperienza, QUI, OGGI, INSIEME, mi rivela una possibilità… di guardare in modo nuovo le cose ed anche lo studio, la scuola.
Un modo in cui la tradizione assume un peso perché possiamo costruire la condivisione e questo apre all’azione e alla speranza, quella di provare a cambiare, provare a crescere, provare a sviluppare la capacità di stare bene con gli altri per non dimenticare.
Voglio ora ricordare il pensiero di TERESIO OLIVELLI, il “ribelle per amore”, riportato nei primi numeri del foglio clandestino “il Ribelle”, che da Brescia giungeva in tutto il Nord, in cui ci sono in embrione i principi poi scritti nella Costituzione italiana enunciati quasi pari pari.
Egli scrive:
Che cosa vogliamo:
1. Libertà: di pensare, di esprimersi, di organizzarsi, di partecipare alla formazione della volontà della comunità.
2. Uguaglianza: non astratta, ma concreta [...]
3. Il lavoro in tutte le sue forme esprimerà nella società il valore della persona e l’adempimento del suo principale dovere politico.
Che cosa ripudiamo:
1. Le dittature, lo statalismo mortificatore.
La guerra come mezzo di affermazione dei propri diritti, così fra le nazioni come fra le classi.
2. Il privilegio della nascita e dell’oro, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Riflettendo, dobbiamo riconoscere non solo il dolore della perdita, ma anche il potere dell’eredità che ci hanno lasciato: un invito a vigilare sulla libertà, a impegnarci per la pace e a ricordare che la vera libertà è costruita su valori di rispetto e solidarietà. La loro memoria ci spinge a continuare a lottare per un mondo più consapevole, dove le ingiustizie non trovino spazio.
Grazie a tutti.