Se un bambino non parla bene....
I bambini normalmente imparano a parlare rapidamente e senza sforzo tramite la semplice esposizione al linguaggio adulto e senza alcun preciso insegnamento. E se questo non succede?
Comunicando, il bambino entra nella comunità di cui fa parte. Forse proprio per questo i genitori pongono tanta attenzione a questo aspetto dello sviluppo e aspettano con ansia e particolare emozione che il bambino pronunci bene le prime parole.
Lo sviluppo della comunicazione è caratterizzato da una serie di fasi, che si succedono in un determinato ordine.
Al tempo stesso, ogni bambino è diverso dagli altri, perché in questo processo grandissime sono le variazioni individuali che riguardano non solo i tempi, ma anche i modi e le strategie di apprendimento.
Per un certo numero di piccoli però, questo processo di sviluppo non è così facile: pur non avendo alcuna patologia riscontrabile (come perdita uditiva, danni neurologici, ecc.) hanno significative limitazioni nello sviluppo del linguaggio: difficoltà nella pronuncia, vocabolario molto scarso, frasi corte e non ben organizzate, cioè senza rispettare l’ordine nella composizione della frase…
La terminologia clinica in uso per definire questo quadro è molto varia, ma poiché si tratta sempre della stessa patologia anche se di diversa severità e quindi gravità, oggi si preferisce il termine “disturbo specifico di linguaggio” (DSL).
Quanto è giustificata la preoccupazione dei genitori quando il proprio figlio/a, all’avvicinarsi dei tre anni di vita continua ad esprimersi con poca chiarezza?
Innanzi tutto è importante sottolineare che sono bambini con un intelligenza nella norma e che capiscono cosa gli succede intorno, ma a cui può sfuggire la sottigliezza di alcune parti della struttura del discorso. Ovvero comprendono molto di più rispetto a ciò che possono esprimere a parole.
Il disturbo meno preoccupante è quello legato alla pronuncia, cioè bambini che parlano in modo poco comprensibile perché distorcono le parole: questa è la cosa più evidente ma, contemporaneamente la cosa meno grave o, per spiegarlo meglio, i bambini che hanno “solo” un problema di pronuncia spesso lo risolvono, senza o con pochissimo aiuto entro i cinque anni.
Bisogna invece porre molta attenzione e quei bambini che, oltre alla difficoltà di pronuncia, conoscono meno parole, compongono frasi più corte e un po’ storpiate e, soprattutto, mantengono una resistenza al disturbo al momento dell’ingresso alla scuola primaria.
Infatti, I problemi di linguaggio, specialmente in quest'epoca, possono influenzare negativamente la successiva acquisizione della lettura e della scrittura.
L’identificazione precoce dei soggetti con difficoltà specifiche di linguaggio (già prima dei tre anni) è il miglior approccio per potere facilitare il loro sviluppo linguistico ed ottenere risultati notevolmente migliori.
Ciò, inizialmente, può non significare un intervento diretto sul bambino, ma può esprimersi come una consulenza logopedica a cui sono invitati i genitori per poter esprimere eventuali preoccupazioni rispetto allo sviluppo del linguaggio del proprio piccolo e, quindi, ricevere indicazioni circa le strategie da attuare di fronte a queste difficoltà, oppure ad essere indirizzati, se necessario, a percorsi specialistici o ad ulteriori incontri di approfondimento.
Attendo rimandi, osservazioni per aprire una riflessione su questo tema all'indirizzo mail margherita.achille@gmail.com
Simona Ferretti
Referente dei logopedisti al Centro per l'Età Evolutiva di Gavardo.