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mercoledì, 7 agosto 2024 Aggiornato alle 14:00Confindustria

Brescia: in peggioramento la qualità del credito alle imprese, che resta però elevata in prospettiva storica

di Redazione
  • Il tasso annualizzato di deterioramento dei prestiti per le società non finanziarie si è attestato a marzo al 2,1%, contro lo 0,9% rilevato nello stesso periodo del 2023; Paolo Streparava: “Sulla discesa del credito erogato alle aziende pesa la minore domanda di finanziamenti delle stesse, a causa del costo del denaro, ma anche una maggiore selettività delle banche"

Nel 1° trimestre 2024 si intensifica il processo di deterioramento della qualità del credito concesso alle imprese bresciane, che rimane tuttavia su livelli storicamente elevati. Tale affermazione trova riscontro nella dinamica del tasso annualizzato di deterioramento dei prestiti per le società non finanziarie, che a marzo 2024 (per la componente “utilizzato”, ovvero quella riferita agli importi) ha raggiunto il 2,1% (contro lo 0,9% dello stesso periodo del 2023): un valore ritornato sui livelli del biennio 2018-2019, anche se notevolmente inferiore rispetto ai massimi raggiunti tra il 2013 e il 2014 (fra l’8% e il 9%).

 

A evidenziarlo è un focus realizzato dal Centro Studi di Confindustria Brescia e contenuto nella 20esima edizione del Booklet Economia, disponibile in formato digitale e contenente informazioni su tutti i principali indicatori economici bresciani aggiornati al 31 luglio, tra cui una specifica sezione sugli aggregati creditizi nel territorio bresciano.

 

Il processo sopra descritto ha iniziato a manifestarsi nel corso della seconda metà del 2023, poi di seguito acceleratosi sulla scia della debole congiuntura di questi mesi e degli alti tassi d’interesse applicati dagli istituti di credito. Tale tendenza trova sostanzialmente conferma nell’evoluzione delle sofferenze nel settore industriale locale, che a marzo 2024 hanno raggiunto la cifra di 99 milioni di euro, in notevole aumento dai minimi storici raggiunti alla fine del 2022 (81 milioni). A Brescia la loro incidenza sul totale dei prestiti (1,0%) rimane comunque bassa, sia rispetto al passato, sia nei confronti della Lombardia (1,3%) e dell’Italia (1,3%).

 

Quanto sopra descritto si inserisce all’interno di uno scenario di forte sgonfiamento dello stock di prestiti concessi dalle banche alle aziende: a fine marzo, l’ammontare degli impieghi (al netto di pronti contro termine e sofferenze) a disposizione delle imprese industriali bresciane, ammonta a 9,9 miliardi di euro, evidenziando una flessione del 12,8% sullo stesso periodo del 2023. La dinamica riscontrata a Brescia appare significativamente più intensa di quanto rilevato in Lombardia (-5,6%) e in Italia (-8,2%).

 

“Nell’attuale fase storica continua la discesa dell’ammontare di credito erogato alle aziende attive nell’industria, dopo la fase fortemente espansiva che aveva invece caratterizzato buona parte del biennio 2021-2022 – commenta Paolo Streparava, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Credito, Finanza e Fisco –. Le motivazioni alla base di tale riduzione possono essere ricondotte sia a una minore domanda di finanziamenti da parte delle imprese, a seguito dell’elevato costo del denaro e del conseguente maggiore ricorso all’autofinanziamento, sia alla maggiore selettività del credito da parte delle banche, giustificata da una più intensa percezione del rischio da parte loro. In tale contesto, va tuttavia segnalato che, secondo Banca d’Italia, la fase di irrigidimento delle condizioni di accesso al credito, in atto dal 2021, si sarebbe interrotta nel secondo trimestre del 2024. Allo stesso tempo, la liquidità a disposizione del sistema produttivo locale si mantiene elevata: a marzo di quest’anno i depositi bancari e il risparmio postale detenuti dalle imprese è pari a 17,5 miliardi, sebbene in flessione di circa 900 milioni dai massimi raggiunti a settembre 2023. Un aspetto comunque positivo, che sottolinea una volta di più la capacità del nostro sistema imprenditoriale, dopo la grande crisi del 2007/08 di aumentare la propria patrimonializzazione per fare fronte a situazioni di difficoltà”.


 

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