Rubano un bilico e sette tonnellate di ferro. Fermati a Idro dai Carabinieri
I carabinieri di Storo e quelli di Idro dipendono da due diverse compagnie, per altro ubicate in regioni differenti.
Questo però non ha impedito loro di risolvere in poche ore un caso abbastanza singolare di furto, avvenuto ai danni di una grossa carpenteria di Ponte Arche.
Erano circa le due di notte quando una pattuglia di militari di stanza a Storo, impegnata in un normale controllo, fermava una Ford Fiesta con tre persone a bordo, che stava scendendo la valle in direzione del Bresciano. Tutto normale, sembrava, se non fosse stato per la presenza nel baule di attrezzi che avrebbero potuto benissimo essere utilizzati per lo scasso.
Siccome di refurtiva non ce n’era e i tre a quell’ora erano ormai diretti verso casa, i carabinieri hanno sospettato che la funzione dell’auto potesse essere quella di fare da “staffetta”, proprio per evitare controlli compromettenti ad altri complici che intanto viaggiavano col malloppo.
C’è voluto poco a coinvolgere i colleghi di Idro, che col supporto degli uomini del Radiomobile salodiano, hanno subito organizzato un posto di blocco in Valle Sabbia.
Poco dopo, infatti, ecco arrivare sulla 237 del Caffaro dalle parti di Idro un bilico Scania il cui conducente, alla vista dei carabinieri, scendeva precipitosamente dalla cabina e cercava di darsi inutilmente alla fuga.
Subito acciuffato dai militari, l’uomo è risultato essere un 33 enne di Sabbio Chiese, già noto alle forze di polizia per altri furti.
L’autoarticolato era stato rubato altrove e con esso la banda, dopo aver forzato i cancelli, si era introdotta nella ditta trentina caricando col muletto trovato sul posto 18 bobine di ferro (di provenienza Alfa Acciai) per un peso complessivo di quasi sette tonnellate.
Al momento dell’arresto, il materiale stava certamente per essere trasferito dal luogo del furto al magazzino di un ricettatore.
Dopo l’autista dello Scania, al quale la convalida dell’arresto è valsa la misura cautelare in carcere, sono stati deferiti in concorso per lo stesso reato gli altri tre complici, pure loro valsabbini (uno sarebbe parente dell’arrestato), denunciati anche per possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso.