Bagolino e le campane
Si comincia con le campane che guardano tutte verso l’alto e con le corde tese: un numero per ciascuna, da 1 a 9.
A quel punto il direttore detta a voce la sequenza e con ampi movimenti delle mani i tempi. I suonatori eseguono rilasciando le corde e solo qualche secondo dopo si sente la melodia vibrare dentro e tutto intorno al campanile.
Così nel momento clou della Festa delle Campane di Bagolino, seconda edizione.
Anche quest’anno nella giornata dedicata al Cristo Re. Spesso nostalgici i grandi, assai divertiti i piccini, a decine, bergamaschi e bagossi, ieri si sono ammassati nella torre campanaria di San Giorgio.
Obiettivo quello di dare almeno un tirone a una delle corde, prima o dopo la messa del mattino celebrata da don Paolo nella cattedrale piena di gente.
«Per una quarantina d’anni, fin dai primi Settanta del secolo scorso, nessuno da queste parti ha dato peso alla scomparsa dei campanari. Ora la nostra associazione ne conta 160 e per la maggior parte sono giovani che hanno meno di 18 anni. Una bella soddisfazione».
Così ci ha detto Luca Fiocchi, presidente della Federazione bergamasca dei Campanari nonché docente in Cattolica a Brescia.
Bergamaschi si.
Perché sono stati loro, salvo alcuni sporadici quanto significativi casi anche nostrani, a mantenere quasi intatta la tradizione: «Qui a Bagolino abbiamo trovato terreno fertile ed una passione mai sopita, ma soprattutto questo splendido “concerto” di nove campane manovrabili ancora a corda» ha aggiunto il professore.
Una simbiosi curiosa e “complementare” quella fra “cugini” bergamaschi e bresciani.
I primi hanno smantellato i campanili per fornire bronzo ai cannoni del regime, però hanno conservato intatti i meccanismi manuali di governo delle campane.
I secondi di bronzi ne hanno immolati pochi (il bel “concerto” bagosso è un “D’Adda” di Cremona del 1931 rimasto tale e quale), però han fatto a gara per elettrificare i campanili negli anni Settanta togliendo le corde e i rimandi necessari per suonare le melodie più complesse.
Non solo corde e campanili alla Festa delle Campane.
Per tutto il giorno, anche a messa, è stato infatti un tintinnare di “campanine”, quelle grandi e piccine che si suonano azionando i battacchi coi pugni.
Anche in oratorio, dove nel pomeriggio è stato allestito per i bimbi un istruttivo laboratorio.