Cinema in Valle Sabbia
Ecco la programmazione del Cinema Aurora di Ponte Caffaro per questo fine settimana
Per questo fine settimana il Cinema Aurora di Ponte Caffaro propone due film: il film di animazione “Sonic 3” e “Maria”.
Queste le proiezioni in cartellone:
“Sonic 3” sabato 25 alle ore 21 e domenica 26 alle ore 16.
“Maria: domenica 26 e mercoledì 29 alle ore 21.
Sonic 3
Il riccio antropomorfo venuto da un altro mondo e dotato di incredibile velocità e altri poteri, si è ormai ben stabilito sulla Terra insieme alla coppia Tom e Maddie e ad altri due alieni: il rissoso Knuckles e la brillante Tails. Si scopre però che sul nostro pianeta si trova da molti anni un altro potente riccio, bloccato in uno stato di animazione sospesa, il suo nome è Shadow e qualcuno hackera il sistema che ne controlla il sonno e lo risveglia. Sonic e i suoi amici vengono inviati a ricatturarlo dall'organizzazione militare Gun, guidata dalla direttrice Rockwell, ma Shadow ha facilmente la meglio su di loro. Le cose si complicano quando entrano in scena i droni dell'arcinemico di Sonic, il redivivo dottor Robotnik. Quest'ultimo però si dice innocente e infatti è invece suo nonno ad aver ideato il terribile piano che Sonic e i suoi amici dovranno sventare...
Terzo capitolo per la saga del personaggio videoludico, Sonic 3: Il film vede il ritorno di Jim Carrey nel duplice ruolo di Robotnik e di suo nonno, inoltre si aggiunge al cast originale la profonda voce di Keanu Reeves per il personaggio di Shadow.
Maria
Il 16 settembre 1977 Maria Callas muore a 53 anni nel suo appartamento di Parigi, dove viveva sola con l'unica compagnia dei fidatissimi Ferruccio, autista e maggiordomo, e Bruna, la domestica. Nella settimana precedente alla morte, e a più di quattro anni dall'ultima performance, la straordinaria soprano greco-statunitense fa i conti con il peso della sua fama, con il ricordo ancora forte del compagno Aristotele Onassis e, forse, con un ultimo tentativo di tornare a calcare i palcoscenici dell'opera, pur indebolita e con una voce nella quale lei per prima non riconosce più il timbro de "la Callas" e delle sue indimenticabili interpretazioni.
Chissà se quella di Pablo Larraín ha sempre voluto essere una trilogia, o se i suoi ritratti di icone femminili del ventesimo secolo - colte sul precipizio della tragedia in una perenne lotta tra identità e aspettative esterne - si sono semplicemente affastellati uno sull'altro come dei bellissimi misteri insolubili.