Quanto vale un voto?
Quante volte ti sei sentito giudicato o inferiore a causa di un brutto voto? Non pensi che sia una cosa sciocca? Dopo aver realizzato un sondaggio, analizziamo cosa comporta l’ansia in un compito e come cambiare opinione sull’importanza delle valutazioni
Durante la pausa natalizia è stato proposto e diffuso dalla nostra redazione dell’Eco un sondaggio a tutto l’Istituto riguardante la scuola e l’ansia da essa causata, al quale hanno risposto 348 studenti.
Alla domanda “Hai ansia prima di una verifica/interrogazione?” e al quesito “Hai mai pianto per un voto?” più di 180 persone hanno risposto “Sì”. Questi dati evidenziano un problema che molti studenti conoscono: la pressione scolastica, che può influenzare profondamente il nostro benessere mentale.
Ma come possiamo affrontarla?
Il timore di non essere all’altezza, di deludere le aspettative o di non raggiungere voti abbastanza alti è una delle cause principali di stress tra gli studenti.
Ogni verifica sembra essere un giudizio definitivo sulla nostra intelligenza o sul nostro valore, quando in realtà un voto è solo un numero che indica una performance temporanea, non chi siamo come persone.
Molti studenti faticano a capirlo e cercano di studiare a memoria per riuscire a raggiungere il voto da loro desiderato, ma ha senso studiare solo per il giudizio finale?
Io come molti lettori di questo articolo sono una studentessa e spesso prima di un compito sono oppressa da pensieri negativi, che riempiono la mia mente di domande e paranoie, andando a sovrapporsi alle informazioni studiate per la verifica.
È normale avere ansia quando si sta per fare qualcosa da noi ritenuto importante ed è giusto anche piangere se dopo essersi impegnati al massimo non si ottiene il voto desiderato. Ció che però non è corretto è sentirsi incapaci o non all’altezza dopo aver preso un giudizio inferiore rispetto ad altri compagni.
Tempo fa documentandomi ho trovato alcune soluzioni a questo “problema” e oggi vorrei potervi mostrare la migliore risoluzione, che pur sembrando scontata può fare la differenza ed è chiamata “mentalità di crescita”.
Questa visione, elaborata dalla psicologa Carol Dweck, sostiene che l’intelligenza e le abilità non sono qualità fisse, ma possono essere sviluppate con l’impegno e la perseveranza. In altre parole, il fallimento non è la fine del percorso, ma una tappa fondamentale per imparare.
Adottare una mentalità di crescita significa vedere ogni errore come un’opportunità per migliorare.
Se non hai preso il voto che speravi, chiediti cosa puoi fare di diverso la prossima volta. Quali argomenti non hai capito? Quali strategie di studio potresti cambiare? Così facendo, sposterai la tua attenzione dal risultato al processo, riducendo l’ansia legata alla prestazione.
La scuola è un luogo dove impariamo e cresciamo, non una competizione continua.
Con una mentalità di crescita e una prospettiva diversa sui voti, possiamo ridurre l’ansia e affrontare le sfide con più fiducia. Parlare di questi argomenti, condividere le nostre esperienze e supportarci a vicenda è il primo passo per creare un ambiente scolastico più sano e sereno per tutti.
Di Maddalena Scalvini di 3A Liceo Scientifico