Martedì, 2 luglio 2024


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domenica, 30 giugno 2024 Aggiornato alle 09:00Lettere

Ospedale di Gavardo, due facce della stessa medaglia

di Michele Zanardi

In merito alla chiusura del punto nascite a Gavardo, esprime la sua opinione Michele Zanardi. Pubblichiamo volentieri

 

 

Le due facce della stessa medaglia sono evidenti all’Ospedale di Gavardo. Qualche giorno fa, abbiamo assistito all’inaugurazione del nuovo reparto di Emodinamica, un obiettivo raggiunto non grazie alla programmazione di Regione Lombardia, ma grazie alla spinta costante del territorio. In particolare, dobbiamo riconoscere il merito di alcuni operatori sanitari e delle imprese private che hanno finanziato il reparto. A tutti loro va il nostro sincero ringraziamento per l’attenzione e il supporto dimostrato verso la comunità.

 

Tuttavia, questa inaugurazione è avvenuta solo pochi giorni dopo la decisione di chiudere, o meglio sospendere, il punto nascite. Con una comunicazione, praticamente inesistente nei riguardi del territorio e senza un reale confronto con Enti e cittadini. 

 

Da anni, infatti, denunciamo la scarsa attenzione verso questo reparto, che è in crisi e in difficoltà. Crisi e difficoltà che vengono evidenziate dal fatto che, come specificato dall’ASST del Garda, il 70% delle donne preferisce partorire in altri punti nascita; dato che certifica che ben poco centra il calo demografico, ma che si è trattato di una volontà politica ben precisa di Regione Lombardia che in pochi anni ha depotenziato quella che veniva definita una eccellenza a livello nazionale. 

 

Non sfugge a nessuno che la sicurezza dei parti è indiscutibilmente fondamentale, ma dobbiamo mettere in evidenza come, negli ultimi anni, l’ASST non abbia lavorato in sinergia con il territorio e questo ha portato un chiaro allontanamento delle famiglie dall’Ospedale di Gavardo. Il concetto di prossimità sembra essere sconosciuto ed è stata delegata ad altri la responsabilità della presenza e dell’efficienza dei servizi sanitari.

 

Credo sia fortemente sbagliato affidarsi solamente al prezioso impegno degli operatori sanitari che, spesso, hanno dovuto colmare le mancanze organizzative e gestionali di Regione Lombardia dettate da scelte politiche sbagliate. La chiusura del punto nascite obbliga le future madri a recarsi in ospedali più lontani, aumentando i rischi e i disagi.

 

Questo provvedimento potrebbe anche dissuadere le famiglie dal rimanere o trasferirsi in Valle Sabbia, aggravando ulteriormente il problema del calo demografico, perché i servizi sono il cuore di un territorio. Scuole, sanità, lavoro sono elementi fondamentali per una ripresa sociale delle aree interne.

 

È fondamentale che l'ASST Garda e le autorità regionali adottino una visione integrata della sanità.

 

Chiediamo con urgenza all'ASST Garda e alle autorità regionali di sviluppare un piano strategico per rendere attrattivo l’Ospedale di Gavardo e per il rilancio della natalità in Valle Sabbia come già stanno facendo le amministrazioni comunali con politiche per le famiglie, come per esempio il rafforzamento dei nidi.

 

È imperativo garantire un accesso equo e di qualità ai servizi sanitari essenziali per tutti i cittadini. 

Solo attraverso una pianificazione coerente e un impegno costante per migliorare tutti gli aspetti della sanità pubblica, si potrà assicurare un futuro prospero e sostenibile per la nostra comunità.

 

Michele Zanardi

segretario provinciale Partito Democratico

 


 

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