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martedì, 28 maggio 2024 Aggiornato alle 14:35Non solo nonni

Sembra un treno, ma non è

di red.

Si tratta in realtà della fedele e realistica riproduzione di uno scompartimento ferroviario che, collocato all'interno del Nucleo Alzheimer della Fondazione Passerini di Nozza, consentirà la messa in atto della cosiddetta “terapia del viaggio”

Da sempre la Fondazione “Angelo Passerini” è impegnata nella promozione e realizzazione di progetti che pongano al centro dell'intervento la persona e sappiano trasformare la nostra “casa” in uno spazio di salute, un posto dove ci si sente accolti, dove i volti sono familiari e le domande trovano una risposta, dove predomina la cultura del “prendersi cura” della persona nella sua totalità, non solo dell’aspetto sanitario ma anche dell'aspetto sociale, affettivo e relazionale. 

 

In quest’ottica del “prendersi cura della persona, non della malattia” abbiamo cercato di implementare nel tempo il numero di terapie non farmacologiche a disposizione degli operatori, terapie che attraverso la sollecitazione sensoriale, relazionale ed affettiva riducono reazioni e comportamenti impropri (agitazione, aggressività, ansia, disturbi del sonno… ).

 

In particolare oggi vogliamo far conoscere un progetto innovativo realizzato grazie al fondamentale e prezioso contributo della Fondazione Comunità Bresciana che, attraverso il Bando su fondo della Valle Sabbia, creato in collaborazione con la Comunità Montana e varie aziende del territorio, oltre a donatori legati direttamente alla Fondazione Passerini, ha ancora una volta ha mostrato grande sensibilità e lungimiranza finanziando il progetto “Prendersi cura attraverso il viaggio”.

 

Nel dettaglio, il progetto consiste nella realizzazione della terapia del viaggio, ideata dal Dott. I. Cilesi, che rientra tra le terapie non farmacologiche ed è una metodologia innovativa, finalizzata a gestire difficoltà comportamentali e a stimolare l’area cognitiva di persone con demenza.

 

Il progetto ha l’obiettivo di aiutare le persone che vivono la residenzialità a gestire le diverse problematiche comportamentali (agitazione, ansia, aggressività, affaccendamento, vagabondaggio/wandering, irritabilità) che, purtroppo, l’andamento degenerativo della malattia da una parte e l'istituzionalizzazione dall'altra tende a rinforzare. Inoltre, riteniamo che il progetto possa migliorare sensibilmente la qualità del lavoro degli operatori, che potranno sentirsi maggiormente motivati e coinvolti nel processo di cura e gratificati dal miglioramento della qualità di vita che vedranno nei loro assistiti.

 

Il treno terapeutico sarà realizzato all'interno del Nucleo Alzheimer collocato al primo piano dell'edificio in modo che possa essere di facile accesso per gli ospiti e utilizzato anche al bisogno, in caso di necessità.

 

La realizzazione della Terapia del viaggio consta di alcune fasi: 

 

- la costruzione di un contenitore terapeutico, cioè la riproduzione di un vero e proprio scompartimento ferroviario, con gli arredi e la struttura che riprendono quelli della Littorina FS al cui interno lo schermo di un televisore riproduce un finestrino che trasmette un viaggio reale;

 

- l’organizzazione di un modulo formativo di primo livello per il personale (circa 15 persone) sulla terapia del viaggio, con rilascio dell'attestato di frequenza;

 

- il monitoraggio dell’andamento della terapia del viaggio sugli ospiti con raccolta e condivisione di osservazioni ed informazioni in equipe ed aggiornamenti periodici nella formazione del personale.

 

Nei primi mesi di quest’anno sono stati realizzati il contenitore scompartimento treno per la terapia del viaggio nel nucleo Alzheimer e la formazione del personale. A breve inizieranno gli interventi diretti sugli ospiti. 
 

Questa attività è parte integrante di un progetto più ampio denominato "Gentle care", che è ormai in essere nel nostro nucleo da più di cinque anni e che viene man mano arricchito e completato nel tempo da nuove iniziative per il benessere degli ospiti. L’unitarietà e la continuità del progetto sono garantite dalla presenza di personale preparato che si riunisce settimanalmente in équipe con la supervisione di un geriatra dedicato al nucleo.

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