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lunedì, 24 ottobre 2011 Aggiornato alle 07:00Lunedì 33

Cos’è l’arteriosclerosi?

di Dr. Gian Franco Pasini
E cosa ha a che fare l'arteriosclerosi con le coronarie?

Per aterosclerosi si intende un processo degenerativo - infiammatorio, di tipo cronico, a carico delle arterie di grosso e medio calibro che si sviluppa in seguito ad un danno provocato alla parte più interna (intima) del vaso arterioso, quella, per capirci, a stretto contatto con il sangue.  
E’ un’alterazione che colpisce non solo le coronarie ma anche altri vasi arteriosi quali l’aorta, le carotidi, le renali e tanti altri.
 
L’elemento anatomico caratteristico è la “placca aterosclerotica”, lesione caratterizzata dall’accumulo di materiale lipidico (colesterolo), tessuto fibroso, cellule infiammatorie e cellule muscolari lisce della parete del vaso stesso.
La formazione della “placca” a livello di uno o più vasi arteriosi causa il lento e progressivo restringimento del lume vascolare; di fatto passa meno sangue attraverso l’arteria e la malattia aterosclerotica si manifesta quando il restringimento limita il flusso di sangue riducendo, così, l’apporto di ossigeno e sostanze nutritizie al tessuto irrorato.
 
Un dato importante da ricordare, per capire parecchi aspetti delle malattie cardiovascolari, è che il metabolismo del cuore è quasi esclusivamente aerobico, ovvero strettamente dipendente dalla disponibilità dell’ossigeno trasportato dalle arterie coronarie, i vasi attraverso i quali arriva sangue al muscolo cardiaco.
Le 2 coronarie, la destra e la sinistra, si staccano dall’aorta e poi, decorrendo sulla superficie del muscolo cardiaco (il miocardio), si sfioccano al suo interno in una fittissima rete di rami, sempre più piccoli; penetrando in profondità, raggiungono e nutrono tutte le cellule miocardiche.
Se le coronarie sono normali, non colpite da aterosclerosi, possono aumentare anche fino a 5 volte la loro portata di sangue al cuore, così da soddisfare le sue esigenze in ossigeno e nutrienti, anche durante sforzi importanti.
 
Limitandoci a parlare dell’ aterosclerosi a carico delle coronarie, i quadri clinici che si possono presentare sono quelli dell’angina pectoris e dell’infarto miocardico, ma anche quelli della morte improvvisa e dei disturbi del ritmo cardiaco.
L’infarto miocardico, caratterizzato dalla morte delle cellule muscolari, si manifesta quando la coronaria ammalata, a causa della rottura della placca, improvvisamente si chiude mentre l’angina, espressione di sofferenza da carenza parziale di ossigeno, si realizza quando il lume vasale presenta ostruzioni non complete.
 
Il sintomo tipico della sofferenza miocardica da mancanza di ossigeno è il dolore al petto.
Solitamente il paziente avverte dolore toracico indicando con la mano aperta una zona ampia colpita dal disturbo e non un’area piccola, segnata con la punta di un dito.
La zona di cuore colpita sarà più estesa e più serio sarà l’infarto quanto più la placca aterosclerotica è vicina all’origine della coronaria e più il vaso occluso è grande.
 
Le prime alterazioni della parete interna dell’arteria si possono notare già in età giovanile e l’accrescimento così come l’evoluzione della placca aterosclerotica sono strettamente correlati con la presenza di uno, due o più fattori di rischio.
I cosiddetti “fattori di rischio cardiovascolare” sono tutte quelle condizioni, proprie di ciascun individuo, che fanno aumentare la probabilità di soffrire di una malattia del cuore e/o dei vasi.
 
Età, sesso, predisposizione familiare e talune condizioni genetiche sono fattori di rischio ovviamente non modificabili; parzialmente correggibili sono, invece, ipertensione arteriosa, diabete mellito, ipercolesterolemia ed obesità.
Fumo di sigaretta, abuso di alcool, alimentazione ipercalorica e l’inattività fisica si devono, invece, eliminare.
La correzione dei fattori di rischio è sempre da perseguire perché può rallentare la progressione della malattia aterosclerotica e ridurre la mortalità per infarto e cardiopatia ischemica.  
 
Dr. Gian Franco Pasini
Direttore U.O. Cardiologia Ospedale di Gavardo
Azienda Ospedaliera Desenzano d/Garda
 

 

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