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venerdì, 16 agosto 2024 Aggiornato alle 10:00Archeologia

Vacil e Doredont nella Preistoria

di Gianpaolo Capelli

Che dire? Sui monti di Storo non si torna mica indietro di poco: 3700 anni fa, l’età del bronzo nella zona di malga Vacil a Storo

 

Sabato 17 agosto alle 15,00 presso la malga Vacil di Storo vengono presentati due pannelli in alluminio appesi alla parete esterna del locale gestito dal gruppo CAI locale: il primo illustra gli scavi archeologici effettuati vicino alla malga stessa dal 1994 al 1996, il secondo gli scavi avvenuti in vari periodi tra il 1999 e il 2011 non lontano da lì presso il Dosso Rotondo a quota 1856 m.

I due siti preistorici, risalenti alla media Età del Bronzo, sono stati scoperti dall’archeologo trentino Giampaolo Dalmeri in collaborazione con Gianni Zontini di Storo. Gli scavi poi sono stati compiuti dalla Soprintendenza ai Beni Archeologicidi Trento e hanno dato informazioni di tale valore storico

e importanza scientifica da essere presentati in convegni internazionali di archeologia, ultimo dei quali nel marzo 2023 a Firenze, e da apparire su riviste e libri anche stranieri. 

Ecco quando scrive lo storico storese, il professor Gianni Zontini, parte interessata delle importanti scoperte.

 

Degli scavi archeologici compiuti nella zona di Vacil alcuni anni fa non è rimasta alcuna traccia visibile perché le aree sondate, prive di strutture costruttive, al termine delle ricerche sono state coperte con terra e zolle erbose. 

Essendo questi ritrovamenti di alta quota molto importanti dal punto di vista archeologico e scientifico, risalenti alla media età del bronzo (circa 3700 anni fa, come le palafitte di Molina di Ledro e di Fiavé), abbiamo progettato due pannelli in alluminio da appendere sul muro esterno della sede del Cai Sat di Storo presso la malga Vacil, per ricordare quegli scavi e spiegarne il valore storico.

I due pannelli sono stati realizzati con l’autorizzazione e la collaborazione della Soprintendenza e dell’Ufficio Beni Archeologici della Provincia di Trento, in particolare del Soprintendente Franco Marzatico che ha scritto il testo del pannello che riguarda lo scavo realizzato nei pressi della malga Vacil e degli archeologi Elisabetta Mottes e Franco Nicolis che hanno presentato nel secondo pannello le campagne di scavo a Doredont-Dosso Rotondo. Per la realizzazione del progetto sono stati importanti il sostegno e il finanziamento del Comune di Storo e la collaborazione del Cai Sat per la posa dei pannelli a malga Vacil e per organizzare l’inaugurazione.

Primo pannello: il sito di Vacil (1850 m)

Nel 1992 durante un’escursione esplorativa organizzata dall’archeologo Gianpaolo Dalmeri del Museo di Scienze Naturali di Trento (oggi MUSE) abbiamo trovato poco a monte della malga Vacil tracce carboniose e reperti dell’età del bronzo. Il ritrovamento è stato segnalato all’Ufficio Beni Archeologici di Trento che ha presentato l’importante scoperta in una conferenza stampa presso il Castello del Buonconsiglio e, a partire dal 1994, ha organizzato tre campagne estive di scavo sotto la direzione dell’archeologo Franco Marzatico con la partecipazione di archeologi trentini, tra cui Michele Bassetti della CORA Ricerche Archeologiche s.n.c., e di alcuni collaboratori locali.

Dallo scavo sono emerse numerose buche per i pali che venivano infissi nel terreno per la costruzione di capanne e sono stati raccolti frammenti di contenitori in ceramica e oggetti in selce, tra cui punte di freccia, raschietti ed elementi di falcetto. Questi elementi e gli strati carboniosi del terreno testimoniano una frequentazione estiva continuata negli anni da parte di pastori che dal fondovalle si trasferivano con i greggi sui pascoli di alta montagna, un po’ quindi come succede nei nostri tempi con le malghe.

Secondo pannello: il sito di Doredont (1876 m)

Estate 1998. Dalmeri organizza un’esplorazione di più giorni sulle montagne dalla Valle Aperta nel territorio di Condino alla Val Marza, dove nasce il Rio Riccomassimo, alla ricerca di eventuali altre tracce archeologiche. Siamo accompagnati da alcuni archeologi, tra i quali due bolzanini (Klaus e Nandi Maria Kompatscher). L’ultimo giorno di ricerche nella sella dietro il Dosso Rotondo viene scoperto un altro sito dell’età del bronzo, della stessa epoca di quello di Vacil.

Dall’anno seguente prende il via una serie di campagne di scavo dirette prima da Nicolis e Mottes dell’Ufficio Beni Archeologici di Trento (1999-2001), poi da Andrea Rizzonelli (2006-2007) e infine da Nicolis e Bassetti nel 2011.

Gi scavi su una superficie di circa 60 mq hanno dato risultati molto importanti: sono venuti alla luce evidenze di strutture in legno, reperti in selce (punte di freccia e raschiatoi) e ceramica. L’analisi del terreno e lo studio dei materiali hanno permesso di recuperare importanti dati di tipo naturalistico e di comprendere l’evoluzione dell’ambiente e l’impatto antropico.

Il sito archeologico ha attirato l’attenzione di stampa e TV, è stato visitato dalle autorità provinciali, ed è stato meta di visite guidate, anche dei ragazzi ospiti della colonia estiva di Faserno. I risultati sono stati poi presentati alla popolazione locale in vari incontri.

Lo scavo di Doredont, cosa significativa e di particolare importanza, è stato presentato in alcuni convegni, anche a livello internazionale.

Nel 2003 è stato organizzato a Storo un convegno interregionale dal titolo ‘Archeologia lungo il Chiese’ (con le Soprintendenze di Trento e di Milano) e gli atti sono stati poi pubblicati grazie anche al Comune di Storo, al BIM del Chiese e al Centro Studi Judicaria.

Nel 2011 Nicolis e Mottes hanno presentato il sito di Doredont al convegno europeo della European Association of Archaeologists di Oslo in Norvegia e poi nel marzo 2023 al convegno nazionale di archeologia a Firenze.

Ma non solo: nel volume inglese Summer Farms, edito dalla Collis Publications di Sheffield, un intero capitolo di trenta pagine, con dettagliate e approfondite analisi e ricco di foto, ha per tema proprio lo scavo di Doredont (Summer farms during the Bronze Age: The Dosso Rotondo site at Storo, northern Italy).

La grande importanza storica e scientifica di questi siti dell’età del bronzo e il fatto che non siano visitabili sul territorio, nascosti come sono sotto le zolle erbose, ci hanno portato a progettare questi due pannelli da esporre sul muro esterno della malga Vacil a disposizione di chi, storese o turista, passa di lì. 

È giusto non dimenticare e apprezzare una rara e preziosa testimonianza preistorica che il nostro territorio ci ha restituito.

 

Salite sui monti di Storo, oltre una bella gita ferragostana vi immergerete nella preistoria storese.

Gianpaolo Capelli

 

Foto 1 Località Vacil di Storo: i ragazzi al lavoro negli scavi

Foto 2 Locandina manifestazione

foto 3 4 5 Gli scavi 

foto 6 e 7 i pannelli esposti sul sito archeologico

 

 


 

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