Hanno sfilato per le vie del Paese con le loro divise, con i loro vessilli, con i mezzi di trasporto della guerra, rimessi a nuovo, con gli striscioni inneggianti alla Pace; infine c’erano anche loro: i “ muli “ che sono stati i compagni di fatica degli alpini su tutte le montagne contese….

Alle sfilate la presenza di numerosi Sindaci della Valle con la fascia tricolore al petto hanno voluto essere vicini agli alpini in segno di solidarietà.

Al passaggio della sfilata gli applausi scroscianti dalle finestre e ai lati della strada erano copiosi…qui una donna si è affacciata al balcone agitando il cappello dell’alpino del marito che non…gli alpini rallentavano la marcia e comprendendo il dramma di questa donna rispondevano con un applauso.

Raggiunto il Monumento ai Caduti, sono partite le note “Della Leggenda Del Piave“ e guardando scorrere le acque maestose del nostro fiume sembrava che accompagnassero le note dell’Inno.

Alla sera durante la passeggiata sentivo da lontano le canzoni degli Alpini, mi sono avvicinato a due cori spontanei. 

Sentir cantare così bene ho provato le stesse sensazioni di quando da ragazzo al sabato sera in tutte le osterie del Paese gli amici si stringevano attorno ad un tavolo e passavano la serata cantando spassionatamente.

Alla fine della giornata mentre il campanile ci ricordava che era mezzanotte, sui tavoli iniziava il gioco dalla “MURA “, accompagnato dal profumo di salamine e formaggio alla griglia.

Conclusione degna di una festa degli Alpini con una partecipazione così numerosa mai vista a Vobarno dove ultimamente è iniziata la tendenza all’inversione. 

Ecco perché è giusto dire: Festa degli Alpini- Festa di Popolo.

Cordialmente Mario Pavoni