Lunedì, 16 settembre 2024


Banner
ValleSabbiaNews logoBanner


 

martedì, 3 settembre 2024 Aggiornato alle 08:05Lettere

Adunata sezionale 2024: quali valori dai nostri alpini?

di Matteo Rossi

L’adunata della sezione di Salò “Monte Suello”, sin dai primi mesi del 2024 ha significato, per Vobarno e per gli alpini vobarnesi, una grande, lunghissima festa, che domenica I settembre ha portato per le vie del paese il florilegio di penne nere, vessilli, gagliardetti, mezzi storici e autorità di cui hanno parlato i giornali

 


Giovedì 22 agosto, ho avuto il piacere di organizzare, moderare e partecipare alla serata culturale intitolata “Valore alpino. L’eredità degli alpini tra passato, presente e futuro”. 

Al termine dell’incontro il sindaco di Roé Volciano è giustamente intervenuto sottolineando la necessità di declinare il termine “valore”, parola altrimenti usata come vuoto slogan politico. 

Quali sono dunque i valori che abbiamo visto sfilare per le vie di Vobarno, per le sue frazioni, portate dalle centinaia di penne nere che negli ultimi mesi le hanno animate?
 

In parte, alla domanda ha risposto domenica il sindaco Paolo Pavoni: umanità, onestà, altruismo. 
 

Gli striscioni portati in corteo dagli alpini erano invece concordi nel sottolineare il ruolo centrale della Pace per l’A.N.A

Il colonnello Menegazzi, intervenendo in Largo Donatori di Sangue, ci ha ricordato l’importanza della Patria, della difesa del nostro sacro suolo, valori ai quali siamo richiamati ogni volta che viene elevata la struggente preghiera dell’Alpino, nella sua versione originale, senza censure politicamente corrette volute da vescovi benpensanti. 

 

La preoccupazione per il futuro di tanti miei coetanei, di tanti ragazzi, della nostra società, è stata condivisa da più voci – a partire da quella del presidente sezionale Sergio Poinelli – permettendoci di iscrivere ai valori dei nostri alpini anche la capacità di guardare lontano, che ci richiama alla necessità di vivere con responsabilità il tempo che ci è dato.
 

Nel lunghissimo corteo di domenica, sfilare subito dietro i sindaci, portando in mano (indossarlo sarebbe stato irrispettoso) il cappello di mio nonno, scomparso lo scorso novembre, alpino del genio pionieri della brigata “Orobica”, è stato per me commovente e significativo: si sono addensati nella mia mente i suoi racconti della naja, gli insegnamenti che ci ha lasciato, l’esempio che è stato per chi l’ha conosciuto. 

 

I nostri alpini ci testimoniano i valori di una società che sembra sopraffatta, che sembra scomparire con loro. 

Non possiamo però permettere che anche questi valori scompaiano, che siano divorati dalla storia: se la società cambia, spetta a noi conservare, ogni giorno, il cuore vivo ed essenziale di quell’identità che ci rende valsabbini, bresciani, italiani. 

 

Spetta a noi giovani trarre tutti gli insegnamenti possibili – ora che siamo ancora in tempo per coglierli! – dall’esempio bello, ma discreto, che i nostri genitori e nonni alpini ci trasmetto ogni giorno: amore per noi stessi, per le nostre famiglie e comunità, per la nostra identità, che si apre al rispetto per l’altro e all’aiuto degli altri. 

Senza sapere chi siamo, come possiamo metterci in dialogo, in vero dialogo, con le tante persone che vengono da una babele di lingue e di culture diverse?
 

Infine, un ringraziamento e un rimpianto. 

Grazie vobarnesi per esserci stati, per aver addobbato le vostre case col tricolore, per aver seguito, sventolando le bandiere e applaudendo, i nostri alpini per le vie del paese. 

Senza di voi, sarebbe stata una festa a metà. Tante volte, in questa tre giorni alpina, si è urlato “viva l’Italia”, si è intonato il Canto degli italiani, ci si è fermati col silenzio a riflettere al sacrificio dei soldati «andati avanti» per difendere la nostra libertà. 

 

Peccato non aver condiviso coi colleghi della minoranza questo momento di festa per tutta la comunità di Vobarno.
 

Matteo Rossi,
Consigliere delegato alla cultura del comune di Vobarno

 


 

Leggi anche...