L'episodio di bracconaggio è avvenuto sui monti intorno a Bagolino, ad opera di tre cacciatori dei quali si conoscono solo le iniziali, B.e., F.S. e F.P, residenti in altro Comune della Valle Sabbia.
Secondo quanto è stato ricostruito dagli agenti del nucleo ittico venatorio della Polizia provinciale, coordinati dal commissario Pier Alberto Cucchi, i tre erano impegnati in una battuta di caccia alla lepre.
I loro cani, invece che scovare il grosso roditore dalle lunghe orecchie oggetto delle loro legittime attenzioni, hanno spinto verso i padroni una femmina adulta di capriolo. I tre non ci hanno pensato un attimo ed hanno aperto il fuoco abbattendola.
Purtroppo per loro, ad osservarli c’erano, ben appostati, gli agenti della Polizia provinciale, che hanno atteso che la carcassa dell'ungulato venisse caricata sul furgone di uno di loro per segnalare ai colleghi di fermarlo successivamente.
La capriola era stata occultata in un doppio fondo ricavato nel furgone, segno che i tre erano ben attrezzati al bracconaggio e che non si è trattato di un episodio involontario.
La perquisizione ha rivelato anche la presenza di munizioni vietate.
I tre sono stati denunciati in concorso e il tutto è passato nelle mani di un magistrato che dovrà occuparsene.
La Provincia, da parte sua, una volta accertate le responsabilità dei fatti chiederà il rimborso del danno faunistico subito.
La speranza è che questi sistemi di caccia illegali abbiano finalmente termine, perché la fauna stanziale o di passaggio è un patrimonio che arricchisce il territorio, purché venga ben gestita e rispettata.
Fra le vittime di questi comportamenti, giustamente perseguiti dagli agenti della Polizia provinciale che fa il possibile con le esigue forze che si trova ad avere a disposizione, ci sono anche i tanti cacciatori onesti che rispettano le regole.
Troppo spesso nell'immaginario collettivo i cacciatori vengono additati come insensibili distruttori e la colpa è proprio dei bracconieri.