Lunedì, 16 settembre 2024


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martedì, 6 agosto 2024 Aggiornato alle 08:00Confindustria Brescia

«Il Decreto 5.0 arriva in grande ritardo»

di Redazione

Il presidente di Confindustria Brescia Franco Gussalli Beretta: «Rischia di essere l'ennesima occasione persa per il Paese, a scapito di imprese e lavoro»

 

A seguito degli ultimi sviluppi legati al Decreto 5.0, riportiamo di seguito il commento di Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia.

 

"Dopo mesi di annunci, e a seguito del passaggio in Corte dei Conti e della definizione della guida del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), siamo finalmente giunti alla pubblicazione ufficiale del Decreto 5.0, prevista in settimana – commenta il Presidente degli industriali bresciani –. Se il raggiungimento di tale risultato – pur con tempi molto lunghi – è certamente apprezzabile, ci appare tuttavia incomprensibile farlo a ridosso di Ferragosto, con le aziende chiuse per la consueta fermata estiva e una conseguente impossibilità di prevedere una progettazione adeguata."

 

La presentazione del decreto risale allo scorso 26 febbraio, giorno in cui il Min. Urso illustrava il provvedimento, definendolo "architrave della nostra politica industriale": 6,3 miliardi di euro, che si sarebbero aggiunti, secondo le parole del Ministro, ai 6,4 miliardi previsti dalla legge di bilancio annuale, per la sfida green e digitale delle imprese nel biennio 2024 – 2025.

 

"La continua procrastinazione ci ha portato di fronte a tempistiche molto pressanti, se consideriamo la data del 31 dicembre 2025, che rappresenta il termine ultimo, e presumibilmente senza possibilità di proroghe, per il completamento degli investimenti da parte delle imprese – prosegue Gussalli Beretta –. Il Governo italiano deve, infatti, rendicontare i costi entro giugno 2026 e sei mesi sono necessari al Ministero per questa analisi. A quanto pare, poi, rimangono ancora vaghi i contorni dei vincoli dettati dall'esigenza di non arrecare un danno significativo all'ambiente con gli investimenti finanziati. È ancora in corso una serie di trattative a livello comunitario e l'Italia auspica di ottenere deroghe."

 

"Il Piano Transizione 5.0 – chiude il presidente di Confindustria Brescia – dovrebbe essere un intervento prioritario, al centro dell'azione del Governo, per consentire alle nostre imprese di accelerare i processi di innovazione e per vincere la sfida della duplice transizione digitale e green, in anni come questi dove si ridisegnano gli assetti geoeconomici e dove la congiuntura non è certo rassicurante. Il 5.0, infatti, dovrebbe sostenere investimenti in beni strumentali e formazione dei lavoratori, anche per rendere il sistema industriale sempre più competitivo nei mercati europeo ed internazionale. Penso, ad esempio, a progetti sulla sicurezza, quali Smart Safety Lab dell'Università degli Studi di Brescia, progetto originato dalla Piccola Industria di Confindustria e delegato ad InnexHUB, che potrebbe legarsi al Distretto dell'Innovazione, ma anche al tema della riattivazione delle miniere, che sta tornando sempre più di attualità.  Evidentemente, però, a Roma non sono molto interessati al destino delle nostre aziende: infatti, la generale lentezza sull'attivazione del decreto, unita alla mancanza di chiarezza, sta allontanando le aziende dal provvedimento: non si possono chiedere a chi fa impresa programmi e investimenti tecnologici oggi per domani. Chi spenderà tutti questi miliardi entro il dicembre 2025? Non è tutto: questo "meccanismo" di annunci ha creato una notevole aspettativa per molti importanti interventi, e ha di fatto frenato gli investimenti delle aziende. Invece di creare impulso allo sviluppo ha rallentato ordini ad intere filiere. Temo sia l'ennesima occasione sprecata per il nostro Paese."

 


 

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