Governance: uno sguardo al pilastro ESG dimenticato"
Presentati i principali risultati emersi dall'Indagine sulla Governance condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia con l'Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Brescia
A Brescia, le realtà di grandi dimensioni (89%) e quelle contraddistinte da un modello di governance «misto» (58%) sono le più virtuose nella integrazione dei fattori ESG (Environmental, Social, Governance, ovvero Ambientale, Sociale e di Governance) nella strategia aziendale.
Il dato è tra i principali emersi dall'Indagine sulla Governance realizzata dal Centro Studi di Confindustria Brescia con l'Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Brescia, presentata oggi pomeriggio nella Sala Beretta di Confindustria Brescia durante l'evento "Governance: uno sguardo al pilastro ESG dimenticato", primo appuntamento del ciclo di seminari "Voci e percorsi ESG nell'impresa".
All'evento sono intervenuti – moderati dal giornalista Stefano Martinelli – Franco Gussalli Beretta, presidente Confindustria Brescia, Severino Gritti, presidente ODCEC Brescia, Paola Lecci, direttrice regionale Lombardia Sud Intesa Sanpaolo, Paolo Streparava, vice presidente Confindustria Brescia e CEO Streparava SpA, Enrico Zampedri, CEO Metra SpA, e Tommaso Fornasari, ODCEC Brescia. I contenuti tecnici della ricerca sono invece stati presentati da Davide Fedreghini e Tommaso Ganugi, del Centro Studi Confindustria Brescia.
L'indagine ha coinvolto un campione di 185 imprese del territorio, che contano 24mila addetti, un fatturato totale di 9,5 miliardi di euro e un valore aggiunto che si attesta a 2,4 miliardi di euro, appartenenti sia al settore dell'industria che a quello dei servizi, e si inserisce in un più ampio percorso avviato dall'Associazione di via Cefalonia per analizzare lo stato di attuazione dei pilastri ESG all'interno delle imprese bresciane.
I risultati rivelano in tal senso – a livello complessivo – un grado di realizzazione delle pratiche di governance non del tutto completo: uno specifico score, costruito per sintetizzare in un unico valore lo stato di implementazione delle pratiche di governance tra le singole aziende, si attesta, per l'intero campione analizzato, sul valore di 47 (in una scala da 0 a 100). Importanti margini di crescita riguarderebbero soprattutto le realtà di minori dimensioni, dei servizi e quelle con un modello di governance «proprietario».
Più nel dettaglio, tra i risultati:
- - Un piano per il passaggio generazionale è definito dal 44% delle aziende. Oltre ai membri della famiglia, tale piano vede spesso il coinvolgimento di commercialisti, avvocati e notai, soprattutto nei casi caratterizzati da una maggiore formalizzazione.
- - Il Modello 231 è adottato dal 51% delle imprese: tra le realtà a governance mista la sua diffusione è doppia rispetto a quelle proprietarie.
- - La gestione dei conflitti d'interesse si caratterizza per un'evidente polarizzazione tra le imprese analizzate, con un Made in Brescia letteralmente diviso in due tra coloro che attuano specifiche azioni in tal senso (52%) e coloro che non mettono in campo alcuna azione a riguardo (48%).
- - L'implementazione di un sistema più o meno strutturato per la raccolta e il monitoraggio dei dati ESG riguarda ancora una quota minoritaria di imprese (40%). I principali ritardi interessano le aziende meno strutturate e quelle del terziario.
- KPI formalizzati e monitorati periodicamente con report specifici risultano essere gli strumenti più diffusi adottati per la pianificazione e il monitoraggio degli obiettivi strategici aziendali (53%). I software dedicati per il controllo di gestione hanno un utilizzo inferiore (38%).
- - Solo il 22% delle imprese è dotato di un definito e aggiornato piano di continuità aziendale. Il 35% del campione non si è ancora mosso in tale senso.
"In un'ottica di analisi ESG, la Governance ha spesso ricoperto un ruolo secondario, per non dire marginale, rispetto agli altri due pilastri, quello Ambientale e quello Sociale – commenta Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia –. Eppure, se riflettiamo in maniera approfondita, nei meccanismi aziendali è proprio la Governance – insieme alle strategie adottate dalle imprese stesse – a indirizzare progetti e comportamenti in campo ambientale e sociale. Da qui ci siamo mossi, insieme all'Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Brescia, che ringrazio, cercando come sempre di costruire un campione ampio ed eterogeneo, che conta quasi 200 imprese del territorio con quasi 10 miliardi di ricavi: ne è emerso un lavoro che riteniamo ricco di importanti indicazioni per tutto il Made in Brescia."
"Abbiamo voluto impostare la collaborazione tra Ordine e Confindustria Brescia su un piano concreto, lavorando insieme per "fotografare" il grado di consapevolezza delle imprese rispetto a un profilo di sostenibilità forse un po' trascurato – aggiunge Severino Gritti, presidente ODCEC Brescia –. Un'impresa che non struttura la propria Governance attuale e non pianifica quella futura mette seriamente a rischio la propria sostenibilità, che altro non è che un concetto evoluto e più complesso della continuità aziendale. I dati ci dicono che qualcosa si è già mosso, ma nel contempo che c'è lavoro da fare. Un lavoro che non può che fondarsi sulla proficua interazione tra imprenditori/amministratori e professionisti qualificati, quali gli iscritti al nostro Ordine".