Domenica, 8 settembre 2024


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venerdì, 12 luglio 2024 Aggiornato alle 09:25Blog - Genitori e figli

L’educazione mancante

di Giuseppe Maiolo

Quello che oggi sembra ancora carente è un’adeguata coscienza educativa ai nuovi strumenti tecnologici. Tra gli adulti vi è una certa distrazione che distoglie dal compito di educare all’uso del web e degli strumenti digitali

 

Per i genitori, è distanza culturale. Altrimenti non si spiega perché molti di loro non sanno ancora niente di cosa sia il sexting, il grooming o il phubbing e quali conseguenze producano. Sappiamo per esempio dalle cronache che molti giovani non si rendono conto di cosa produca il mettere in rete materiale intimo proprio o di altri. Le nuove e potenti tecnologie di comunicazione sono pervasive e ci stanno facendo diventare tutti voyeristi, avidi di immagini, curiosi di vedere le intimità altrui e spavaldi esibizionisti che postano foto proprie e dei figli. Cosa possiamo aspettarci dai ragazzi se a parole diciamo di non pubblicare foto private e poi come adulti siamo i primi a mettere ogni giorno sui social, i nostri bambini in tutte le pose quando invece dovremmo proteggerli davvero, insegnando con l’esempio e non solo a parole, che le immagini lasciate sui social non si cancellano più dalla rete. 

 

Girando per le scuole e incontrando scolari, insegnanti e genitori, ho scoperto bambini della primaria che avevano già ricevuto messaggi e immagini pornografiche e sapevano bene, loro, cosa fosse il sexting. In altre occasioni sono venuto a sapere che sono molti i piccoli che navigano indisturbati di notte dalle loro camerette e all’insaputa dei genitori. Chattano su Whatsapp e mandano messaggi di ogni tipo, fanno i bulletti in rete e non si rendono conto di quello che combinano. Non ne sanno niente neanche i genitori che li credono angioletti che dormono tranquilli. 

 

Mi viene in mente un bel libro di Simona Vinci (Dei bambini non si sa niente – Einaudi) che, qualche anno fa,  è stato un romanzo-denuncia dell’infanzia trascurata. È un tema più che mai attuale perché oggi gli adulti vivono all’oscuro di quello che fanno i figli, non sanno cosa pensano, quali sono i loro sogni e le loro aspirazioni e spesso sono distanti dal loro mondo. Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera diceva che abbiamo a che fare con una “generazione impreparata alla vita, all’amore, al sesso, ed esposta alle sirene di una rivoluzione tecnologica”. È questa l’educazione mancante, quella digitale che non stiamo fornendo in famiglia, tantomeno a scuola.

 

Dovremmo chiederci allora dov’erano gli adulti che dovevano aiutare una ventenne a riconoscere se erano davvero “amiche” le compagne che hanno poi fatto girare su Whatsapp il video che la ritraeva a fare sesso con il proprio fidanzato. Ma dobbiamo anche chiederci se in questi anni abbiamo davvero sdoganato il sesso da tutti gli orpelli del pregiudizio o se ancora siamo all’anno zero per quanto riguarda l’educazione alla sessualità e più ancora ai sentimenti e alle relazioni. Forse, più che meravigliarci, ci servirebbe per capire che con la nostra assenza educativa “deleghiamo” questo compito ai siti pornografici, facilmente accessibili, dove sappiamo che i giovani di oggi passano parecchio tempo ad eccitarsi e fare sesso virtuale.

 

E di questo tema ne parlerò oggi 12 luglio 2024 al Festival della parola in occasione della Camminata letteraria che si terrà a Villanuova sul Clisi partendo da Piazza Donatori di sangue per arrivare alla frazione di Berniga discutendo mentre si cammina tra le piante come facevano nell’antica Grecia alla Scuola Peripatetica di Aristotele.


 

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