L’agguato
La strategia dell’agguato, finalizzata a procurarsi il nutrimento, viene adottata da uno dei predatori più ricercati e contemporaneamente più ostici da catturare: sua maestà il luccio
La mia esca gommosa dai colori accesi (un misto tra l’arancio il giallo acceso e un verde tenue) nuota sinuosa e lenta a circa un metro e mezzo di profondità.
Inconsapevole e del tutto ignara di quello che la attende dietro quella bassa distesa di ninfee provate dalle rigide temperature invernali, prosegue nel suo incedere.
La poca luce, che in quel momento si riverbera in acqua, scompare del tutto nelle grosse fauci del predatore paziente che dietro quelle ninfee si cela perfettamente mimetizzato.
La strategia dell’agguato, finalizzata a procurarsi il nutrimento, viene adottata da uno dei predatori più ricercati e contemporaneamente più ostici da catturare: sua maestà il luccio.
L’impiego di un’esca dai colori accesi può rivelarsi decisiva in situazioni di acque particolarmente scure o velate.
La mia recente scelta si è rivelata azzeccata, come sopra descritto, e considerando che nei mesi invernali le cosiddette finestre di attività dell’esocide sono ancora più rare, la soddisfazione è incommensurabile.
La mia fidata canna da 2,70 (casting da 20-60g) montata con mulinello taglia 4000, imbobinato con un robusto trecciato dello 0,20 mi ha permesso di condurre saldamente il combattimento e contrastare le testate imperiose del luccio.
Non avendo a portata di mano il guadino (dimenticato improvvidamente nello spot precedente), l’ho lasciato stancare e con nervi saldi mi sono cimentato nell’ottima presa opercolare che mi ha consentito di portarlo in posa per le foto di rito.
Alla prossima presa opercolare....