La meta è rappresentata da un torrente che ho affrontato spesso, caratterizzato da alcune briglie artificiali che creano buche profonde, ottimi spot dove la regina domina incontrastata.

La portata è notevole e ciò mi spinge a impiegare rotanti pesanti (classici dorati del nr.4 o Martin del nr.9-12) al fine di far lavorare l'artificiale il più possibile prossimo al fondo.

Nonostante lanci ripetuti e accurati, i salmonidi non si palesano, la giornata sembra volgere verso un sonoro cappotto.

Dopo una meritata pausa, decido di risalire la parte alta del torrente dove la portata è inferiore e presenta più lame e raschi accattivanti.

Si rivela una scelta azzeccata: finalmente arriva la prima fario, che, con un dirompente attacco, stritola tra le sue fauci il rotante del nr.3.

Inoltre, il fatto di aver cambiato il ritmo di recupero, da veloce e aggressivo, a lento e pacato, concedendo così maggior tempo all'artificiale di stazionare 'sfarfallando' in acqua tra le rocce del fondo è risultato efficace.

Proseguendo infatti su questo spartito, dove il ritmo cambia tra lento-veloce e veloce-lento, la musica è veramente cambiata.

Nelle buche e lame successive altre trote non resistono al richiamo del 'cucchiaio' anche se ahimè, la maggior parte non giunge al guadino (giusto così con l'ardiglione schiacciato).

Al prossimo concerto...