Martedì, 2 luglio 2024


Banner
ValleSabbiaNews logoBanner


 

sabato, 29 giugno 2024 Aggiornato alle 08:00Lettere

Chiusura punto nascita, il disagio di una mamma in attesa

di Redazione

Una donna in gravidanza di un paese dell'alta Valsabbia ha scritto una lettera all'Asst del Garda per esprire il suo dissenso alla chiusura del punto nascita dell'Ospedale di Gavardo. Pubblichiamo volentieri

 

Con la presente, intendo esprimere il mio più vivo disappunto e dispiacere per la decisione di chiusura del punto nascita dell’ospedale di Gavardo (BS).

 

Sono incinta di 32 settimane e da tutta la gravidanza ho voluto essere seguita dal reparto di Ostetricia e Ginecologia, dove mi sono sempre trovata molto bene e molto a mio agio.

 

Inoltre, durante il mio percorso di studi, ho avuto modo di vedere da vicino il reparto di Sala Parto durante un tirocinio e sono rimasta colpita positivamente dall’organizzazione e dal personale; infatti, sin da quel momento ho pensato che, se avessi avuto figli in futuro mi sarei rivolta a loro.

 

Grazie a questa mia esperienza, ho potuto notare che il reparto dispone di un arredamento che richiama l’ambiente domestico, che garantisce comfort e intimità durante tutto l’evento nascita e ogni stanza dispone di vasche di contenimento del dolore in travaglio.

 

Sto seguendo presso la struttura anche il corso di accompagnamento alla nascita, dove ho potuto conoscere l’ambiente, l’equipe lavorativa, ho ricevuto tutte le informazioni sull’organizzazione dell’attuale punto nascita e sulle modalità di accesso. Una cosa per me necessaria per poter arrivare al giorno del parto in uno stato di benessere e tranquillità e di aver potuto apprendere tutte le informazioni riguardanti la gravidanza, il travaglio, il parto, il post-parto, le prime cure del neonato, l’allattamento e il puerperio.

 

Pochi giorni fa, vengo a conoscenza dalla stampa e dai social media, di questa chiusura immediata del reparto. Adesso, che sono giunta quasi al termine di questo mio percorso, mi trovo in uno stato di preoccupazione e inquietudine che non pensavo di dover affrontare, ma speravo di terminare queste ultime settimane serenamente.

 

Invece, devo attivarmi all’ottavo mese di gravidanza per trovare un’altra struttura dover conoscere l’ambiente e altro personale a me totalmente sconosciuto.

 

Non per ultimo, abitando in un paese dell'alta Valsabbia, mi trovo parecchio distante dagli altri istituti ospedalieri e non ho più un punto di riferimento in caso di emergenza e necessità.

 

Con questa lettera, voglio sottolineare il mio rammarico, sperando che questa notizia arrivi a più persone possibili e che la decisione presa possa essere rivalutata, anche perché non sono la sola a trovarmi in questa situazione.

 

Lettera firmata


 

Leggi anche...