Lavandaie
Le brave lavandaie di un tempo, Chiara Abastanotti in Uganda, Clero e Resistenza a Prevalle, la nuova sede AVIS a Cunettone, letture in Duomo a Salò, 5 compleanni e vari eventi
1) In questi giorni a Gavardo si sono messi cancelli di sicurezza all’ingresso degli stretti vicoli che da via Molino e Capoborgo scendono al fiume Chiese e al Naviglio. Il Sindaco Comaglio ha scritto: “Era una richiesta dei cittadini che opportunamente è stata ascoltata visto l’utilizzo poco rispettoso di questi luoghi.”
Quei vicoli erano utilizzati dalle nostre nonne che -prima dell’arrivo della lavatrice- lavavano al fiume.
E dalle lavandaie, donne meravigliose, sconosciute alla grande Storia, ma che hanno dato un grande contributo alle nostre comunità. Di loro oggi non rimane che uno sbiadito ricordo, ma un tempo erano molte le donne che svolgevano il duro lavoro, dal ritmo monotono e sempre uguale, lavando per pochi soldi i panni degli altri.
Sempre in ginocchio, al gelo dell’inverno e al caldo torrido dell’estate, sempre chine sull’acqua, una accanto all’altra, insaponavano i panni con il duro sapone di Marsiglia, li torcevano, sbattevano, sfregavano con la ruvida spazzola di saggina, li strizzavano e risciacquavano.
L’acqua gelida feriva le mani, il peso della biancheria causava forti dolori alla schiena, artriti e difficoltà di movimento (il “ginocchio della lavandaia”).
Queste eroiche donne spesso a quarant’anni sembravano già vecchie: quanta fatica per sbarcare il lunario! Però insieme cantavano, si tramandavano storie e racconti di vita in un vivace chiacchiericcio, tra un battibecco e una risata.
Al lago erano molte le lavandaie che lavavano le lenzuola degli alberghi. A Salò mia nonna materna Francesca detta Chèca (1880-1959), per mantenere la famiglia si recava al lago con la carriola e la “scagna” per lavare i panni dei benestanti salodiani.
Per guadagnare qualche soldo li lavava anche ai carabinieri. Una sera sua marito era stato fermato da due di loro vicino alla caserma, che gli hanno chiesto: «Cosa portate lì in quel pacco?» e lui «Le vostre mutande, signori». Tutto si risolse con una risata.
Nonna Chèca partendo da casa in San Bernardino portava con sé le quattro galline che teneva gelosamente sul solaio.
Una sera si accorse di averle dimenticate al lago. Agitatissima, corse alla spiaggia per recuperarle e con grandissima meraviglia le trovò che tornavano sol solette a casa. Mia sorella Rita ricorda che da bambina portava alla nonna Francesca caffè bel caldo con un po’ di vino.
Sul bollettino “Il Duomo” c’è uno struggente ricordo di mia nonna “Chèca” scritto da Mario Ebranati. Ciao nonnina.
Il Comune di Salò celebra le lavandaie con la statua della “donna del lago” del grande Angiolino Aime, collocata in zona Rive.
A Desenzano esiste il Vicolo Lavandaie ed al parco botanico Heller di Gardone Riviera c’è la scultura in bronzo “L’acqua”, nota come “La grande laveuse accroupie”, la grande lavandaia accovacciata, del 1917, opera di Pierre-Auguste Renoir, maestro dell’Impressionismo.
A Tremosine è stato aperto un museo dedicato alle attività delle lavandaie e ai vecchi lavatoi del paese.
La professoressa Emilia Nicoli ha trovato nell’archivio comunale un documento del 1800 in cui è citata la lavandaia Dorì, simbolo di tutte le donne che con immensi sacrifici hanno lavato i panni al fiume scendendo una scaletta, ogni giorno, con ogni tempo.
A Villanuova l’associazione “larosaelaspina”, con la collaborazione del Comune e degli Alpini, tempo fa ha realizzato un progetto di recupero artistico dei lavatoi: costruzioni coperte che, dotate di ampie vasche, permisero alle donne di lavare i panni in piedi, mantenendo una posizione meno faticosa.
L’amico Antonio Abastanotti racconta che un tempo “le lavandaie, raccolte dalle case dei benestanti la biancheria da lavare, si recavano al fiume col loro banco per il lavaggio (el laandér), anche durante i mesi invernali. Le lenzuola venivano fatte bollire in un pentolone sul fuoco, con della lisciva fatta con la cenere, poi venivano risciacquate al fiume e, se il tempo lo permetteva, si stendevano al sole tenendole ogni tanto innaffiate per renderle più bianche.”
Si faceva il bucato ogni due o tre mesi. Era lungo e gravoso da farsi, un’autentica “bögada”! Franca Franceschetti ricorda che c’erano 4 passaggi:
a) si insaponava, si lavava e risciacquava al fiume
b) in casa si metteva il bucato nella tinozza, di nuovo si insaponava, si faceva bollire l’acqua sulla stufa e la si buttata nella tinozza
c) la tinozza aveva un tappo, l’acqua veniva scaricata, poi di nuova scaldata varie volte e buttata nel bucato che restava bello caldo
d) dopo alcune ore si andava al fiume a risciacquare
Le lenzuola con macchie “difficili”, che non si riusciva a cancellare, venivano insaponate, messe sull’erba al sole e ogni poco venivano bagnate con l’acqua.
Dopo aver fatto asciugare le lenzuola, venivano prima tirate con forza, poi ripiegate in due, poi in quattro. Sembrava una danza. Che profumo, quelle lenzuola! Ma forse era il profumo dell’infanzia.
Al fiume le donne dovevano stare attente, che se ti sfuggiva un capo per la corrente non lo ritrovavi più.
Era un altro mondo: le famiglie erano composte da molte persone, nonni e bambini compresi, i vestiti non si cambiavano tutti i giorni e quindi erano “belli sporchi”. Poiché erano molte le lavandaie, la “scagna” veniva portata la sera tardi per tenere il posto la mattina presto. Si usava la spazzola (“brösca”) e tanto “òio de gombét”! Ma non bisognava lavare troppo il bucato, perché “öna lavada l’è ‘na strasàda”: la biancheria troppo lavata spesso si rovina.
Quando la mia famiglia abitava in Piazza De’ Medici, mia mamma si recava a lavare i panni al lavatoio in via Tebaldina, in fondo a Via Fontana, vicino alla Casa San Giuseppe e di fronte al Chiese. Quando ci siamo trasferiti al “grattacielo”, scendeva le scale accanto al ponte (c’erano anche i gabinetti pubblici) con la pesante asse di legno, per lavare nelle acque del “Naele” i panni del nonno. Poi l’aiutavamo a riportare l’asse in cantina (fidarsi è bene…).
Ricordo che mia suocera Virginia lavava la biancheria nelle acque del Naviglio.
Possiamo solo dire un immenso grazie a tutte le donne che hanno fatto mille sacrifici per le proprie famiglie.
2) Chiara Abastanotti giorni fa si è recata in Uganda, presso Lacor Hospital, un ospedale privato senza scopo di lucro che ha come missione di offrire cure mediche al minor costo possibile e al maggior numero di pazienti possibile, con particolare riguardo per i pazienti più poveri e più bisognosi.
Fondato nel 1959 dalle missionarie e dai missionari comboniani, è stata gestito e sviluppato dal 1961 dai coniugi Piero Corti e Lucille Teasdale, lui pediatra lei chirurgo.
Con circa 500 posti letto, dotato di sale operatorie all’avanguardia, il Lacor Hospital è anche un importante polo di insegnamento con le sue scuole per infermieri, per ostetriche, per tecnici di laboratorio, tecnici di anestesia e per ferriste. L’ospedale è anche sede di insegnamento per la Facoltà di Medicina.
Chiara, con i testi di Ilaria Ferramosca, ha raccontato con meravigliosi disegni della premiatissima graphic novel “Lucille degli Acholi” (Editrice il Castoro) la straordinaria vita della chirurga Lucille Teasdale. Classe 1929, era divenuta medico in un’epoca in cui la professione era prerogativa quasi esclusivamente maschile.
Dopo l’incontro con il pediatra italiano Piero Corti, Lucille si trasferì con lui in Uganda e trasformò un piccolo ospedale in quello che, ancora oggi, è uno dei maggiori centri sanitari no profit dell’Africa equatoriale, dedicando tutta la vita ai suoi pazienti e a rendere le cure mediche un diritto per tutti. Di lei Rita Levi Montalcini disse: “Lucille rimane il più fulgido esempio di dedizione all’attività medica svolta con eroismo sino alla fine del suo percorso”.
«L’obiettivo di questo viaggio – ha dichiarato Chiara Abastanotti – oltre a visitare finalmente il St. Mary’s Hospital Lacor, dopo che l’ho disegnato per un anno a distanza, è quello di raccogliere storie e testimonianze. Stiamo trasformando quello che raccogliamo in cartoline e racconti illustrati per i donatori, sperando di ottenere altri fondi. La realtà qui è molto complessa, dolorosa e bellissima allo stesso tempo. Tutto è molto diverso da ciò che viviamo e ciò che siamo abituati a immaginare».
Per milioni di persone il Lacor è l’unica speranza di guarigione, in grado di accogliere e curare ogni anno una media di 200.000 pazienti. Moltissimi di loro sono bambini e donne, i più colpiti dalle malattie della povertà.
Nel 1993, per volontà dei coniugi Corti, è stata creata la Fondazione Corti per sostenere l’ospedale e per garantire il suo futuro. La figlia Dominique, anche lei medico, ha preso in mano le redini della Fondazione in qualità di Presidente, raccogliendo l’eredità dei genitori.
Il libro “Lucille degli Acholi” è disponibile online. Per approfondire la realtà della Fondazione Corti si può visionare il sito: https://fondazionecorti.it/ e il mondo di Chiara Abastanotti sul sito: https://www.chiaraabastanotti.com/
3) L’amico Paolo Catterina mi informa che domani, lunedì 10 marzo, alle ore 20.15 a Prevalle nella Sala della Musica di Palazzo Morani, si parlerà di “Clero e Cattolici nella Resistenza a Brescia e in Vallesabbia”.
L’incontro è promosso dall’ANPI Bassa Vallesabbia in collaborazione con le Parrocchie di San Michele e San Zenone di Prevalle, nell’ambito delle iniziative che preludono alle celebrazioni dell’80° anniversario della Liberazione.
Interverrà il prof. Rolando Anni, responsabile dell’Archivio Storico della Resistenza Bresciana e dell’Età contemporanea presso l’Università Cattolica di Brescia. Numerosi gli studi e i saggi da lui pubblicati con competenza e passione sul tema della Resistenza, tra i quali spicca il prezioso Dizionario della Resistenza Bresciana in due volumi. Il ruolo dei Sacerdoti e della Curia nel corso della Resistenza, e prima ancora durante gli anni del Regime e particolarmente nell’area della Vallesabbia, fa emergere figure poco conosciute e un’importante azione che promosse la consapevolezza dei valori di libertà e democrazia dopo vent’anni di dittatura politica e sociale.
Ad accompagnare la relazione di Rolando Anni il coro prevallese “La Fornasina” e le letture di Luisa Anni del Teatro delle Misticanze.
4) Sabato 1 marzo è stata inaugurata la nuova sede del Centro Raccolta Sangue in Via Enrico Fermi 7 a Cunettone di Salò. Le Avis comunali di Gavardo, Salò e Valtenesi utilizzeranno questi locali perfettamente attrezzati per le donazioni.
Grazie a questo nuovo spazio, donare sangue sarà più comodo e rapido. I donatori potranno effettuare sia donazioni di sangue intero, gestite dal personale di Avis provinciale, sia donazioni di plasma, a cura del personale dell’ASST del Garda.
Perché donare? Il sangue non è riproducibile in laboratorio ma è indispensabile nei servizi di primo soccorso e di emergenza urgenza, in interventi chirurgici, nei trapianti, nella cura di molte malattie. Il sangue, con i suoi componenti, costituisce per molti ammalati un fattore unico e insostituibile di sopravvivenza.
La donazione non comporta alcun rischio per la salute; il sangue è una fonte rinnovabile ed è quindi possibile privarsene in parte, senza che l’organismo ne risenta. Il donatore ha anche la possibilità di fare prevenzione controllando periodicamente il proprio stato di salute.
Donare il sangue è un gesto di solidarietà. I donatori di sangue e plasma sono un grandissimo esempio di altruismo che non possiamo che ringraziare per il prezioso dono che fanno alle persone che ne hanno bisogno.
Ho letto una storia stupenda, commovente, bellissima, quella di James Harrison, australiano. Noto come “l’uomo dal braccio d'oro”, il suo plasma ha contribuito a salvare la vita di oltre 2,4 milioni di neonati grazie a un raro anticorpo, l’Anti-D, fondamentale per prevenire una grave malattia ematica nei bambini.
Harrison decise di diventare donatore dopo aver ricevuto una trasfusione di sangue all'età di 14 anni, in seguito a un delicato intervento chirurgico al torace. Mantenne la promessa fatta a sé stesso e iniziò a donare plasma a 18 anni, continuando con regolarità per oltre 60 anni, fino all’età di 81 anni.
Per restituire quello che aveva avuto da sconosciuti grazie ai quali era in vita, ha detto. Lo ha fatto ogni due/tre settimane: per sessantatré anni è andato alla Croce Rossa con precisa regolarità. Ha salvato ogni anno quarantacinquemila madri e i loro figli. Un totale di due milioni e mezzo di bambini. James Harrison s’è addormentato ed è salito in Paradiso all’età di 88 anni. Sua figlia Tracey lo ha ricordato con orgoglio: «Sapeva di aver salvato tante vite e ne era profondamente fiero. Diceva sempre che donare sangue non costa nulla, non provoca alcun dolore, e che la vita che salvi potrebbe essere la tua».
Donare qualcosa agli altri è un passo verso un mondo migliore. W l’AVIS!
5) A Salò prosegue il percorso letterario “Lettere in Duomo” ideato da don Enrico Malizia e da don Andrea Simonelli. In febbraio era intervenuta in collegamento Gemma Capra Calabresi, vedova del Commissario vittima di terrorismo nel 1972.
Il 28 marzo alle 20.45 la serata sarà dedicata al libro Oscar e la Dama in rosa, mentre il 16 maggio interverrà don Paolo Alliata con “Letteratura e resurrezione”. La lettura dei testi è affidata a Marcella Merigo ed a Paola Comini (figlia di mio cugino Gualtiero e di Tina Perna).
L’amica Manuela Maioli mi ha scritto che Paola è una bravissima professoressa di Lettere alla Scuola Media D'Annunzio: erano colleghe e legate da grande amicizia. Ricordo che avevano dedicato alcuni struggenti brani alla mia cara cugina Annalisa.
6) Oggi compiono gli anni Anna Bendotti e Roby Ortolani.
Anna è sorella dell’indimenticato alpino Gigi e nipote dell’alpino Severino Moreni. Anna è coscritta della mia attuale moglie, è sempre entusiasta, inventa sempre mille cose da fare (dopo la sé lamenta per èl mal de schéna!).
Ha un senso estetico davvero eccellente, che dona alla sua casa un’atmosfera piena di colore, di arte e di poesia. È molto ospitale, quando invita i suoi amici imbandisce la tavola con ogni ben di Dio, vini eccellenti e gustose sorprese. Ha uno spiccato senso dell’umorismo, quindi capirà questa battuta di Achille Campanile: “Il segreto per andare d’accordo con le donne è avere torto.” Auguri, “grande” amica! Attendo i tuoi favolosi gnocchi!
Auguri a Roby Ortolani, fratello dei gemelli Paolo e Silvio.
I genitori, Franco e Gentile Zorzini, sono stati tra i primi baristi dell’Oratorio. Ricordo che Roby aveva partecipato al campo scuola di Monte Zugna, con don Eugenio Panelli e Laffranco Agostini; la sera in camerata facevamo un gran ridere. In Roby apprezzo la simpatia, l’impegno nel sociale (è volontario nel Patronato) ed il modo di conversare profondo e schietto. Il fatto che sia milanista me lo fa sentire ancora più vicino: mal comune mezzo gaudio eh eh eh!
Lunedì fantastici auguri alla mia amica Marilena Mangiarini, che conoscevo quando frequentavo la bottega di calzolaio di papà Vincenzo e di mamma Agnese. Marilena con il fratello Beppe e papà Vincenzo ha recitato con il Gruppo Teatrale Gavardese, e ultimamente ha fatto da segretaria/animatrice/attrice/costumista negli spettacoli “W il nuovo parroco!” per il 50° di sacerdozio dell’amico don Dario Guerra, “All’occhio Pinocchio!” e “Cenerentola Show”.
Adesso lavora nella segreteria dell’Istituto Comprensivo della “mia” Prevalle. Auguri, Marilena! E preparati a volare con il prossimo “Peter Pan”!
Auguri di cuore all’amico Antonio Facchetti, nato il 10 marzo 1951. L’avevo conosciuto a scuola, ha fatto il servizio militare negli Alpini, caporal maggiore a Vipiteno. Nel ’66 ha conosciuto Iside Ferretti e dopo 10 anni si sono sposati. La figlia Angela ha regalato ai felici nonni i nipoti Noemi e Andrea. Auguri amico coi baffi!
Sabato compie gli anni Carla Zucchetti, figlia dei miei cari cognati Mario e Mariarosa Avanzi. Carla è sorella di Bruno e moglie di Arturo Tebaldini, mega-presidente dell’Avis Gavardo. È mamma delle belle Paola ed Ale e felice nonna di tanti bei nipoti. Buona vita, Carla!
Alcuni eventi:
* oggi, domenica mattina a Provaglio Val Sabbia commemorazione dei 10 giovani partigiani caduti per la libertà
* oggi a Villanuova nell’Auditorium Duse ore 16 spettacolo per bambini e famiglie “Cenerentola -Cuor e Ferro” della Compagnia Teatrale I Bràvi, regia di Fiorenzo Savoldi
* oggi a Villanuova nell’Auditorium Garda Sala “E. Duse” ore 20 film “Gli alberi della pace” per il Cineforum “Pratiche di pace” presentato dall’Ass.ne culturale “larosaelaspina” (ingresso gratuito, info 334.1405014 / larosaelaspina@gmail.com)
* oggi a Villanuova al Corallo ore 20.30 “Frammenti di donne” a cura dell’Associazione DonneinCanto, un viaggio sulle note di De André, Billy Joel, i Beatles e attraverso le parole di Dacia Maraini, Franca Valeri e Alda Merini, interpretate da Elena Ferrari e Andrea Manni, con l’ensemble DonneinCanto dirette da Alfredo Scalari, al pianoforte Marco Paderni e al violino Daniela Fusha (ingresso libero info concerti.donneincanto@gmail.com)
* lunedì a Prevalle nella Sala della Musica di Palazzo Morani ore 20.15, “Clero e Cattolici nella Resistenza a Brescia e in Vallesabbia” con il prof. Rolando Anni responsabile dell’Archivio Storico della Resistenza Bresciana e dell’Età contemporanea presso l’Università Cattolica di Brescia, canzoni del coro prevallese “La Fornasina”, le letture di Luisa Anni del Teatro delle Misticanze (incontro promosso dall’ANPI Bassa Vallesabbia in collaborazione con le Parrocchie di San Michele e San Zenone di Prevalle)
* martedì a Gavardo in Santa Maria ore 20.30 Lectio di Quaresima “Parole di Speranza”: “Perdono” con don Matteo Ceresa (per le Parrocchie dell’Unità Pastorale “Madre Elisa Baldo”)
* martedì a Roè Volciano in Auditorium ore 17.30 apertura dell’anno accademico dell’Università della Terza Età con “Fine vita: Direttive Anticipate di Trattamento, uno strumento al servizio della persona” lectio magistralis del Dott. Emanuele Borra
* mercoledì a Sopraponte all’Oratorio P. G. Frassati dalle 14 alle 16 “Pomeriggio in compagnia” (info Elide 347 8580827)
* mercoledì a Gavardo al Centro Sociale dalle 14 alle 15.30 laboratorio “Storie e Magia” col sottoscritto ed il Mago Pascal, cantiamo con Santino Maioli per la serata del 21 maggio al Salone (info Anna 0365.32522)
* giovedì a Soprazocco all’Oratorio S. Luigi Gonzaga dalle 14 alle 18 “Pomeriggio in compagnia” (info Pierino 340 3332823)
* domenica a Villanuova nell’Auditorium Duse ore 16 il Nodo Teatro presenta “Il Gatto con gli stivali” spettacolo per bambini e famiglie, regia di Raffaello Malesci (posto unico € 6,50 adulti e bambini)
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo. W il Chiese!
maestro John
Nelle foto:
1) Lavandaie in fondo al vicolo (foto di Cesare Goffi)
2) Lavandaie sul lungolago di Salò alla fine degli anni quaranta (da “Gli album di Salò Novecento” a cura di Pierangelo Del Mancino, testi di Flavio Casali)
3) Chiara Abastanotti al Lacor in Uganda
4) Don Enrico Guerra (zio di don Dario) con i partigiani di Vestone
5) Un momento dell’inaugurazione della nuova sede Avis a Cunettone
6) La mia amica Anna Bendotti premiata dal CAI nel 2023
7) Roby Ortolani (a destra) in gita a Bergamo con me, mia moglie e l’amico Sergio
8) Marilena Mangiarini (tersa da sx) durante le prove di “W il nuovo parroco”
9) Carla Zucchetti col marito Arturo e la piccola Paola