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martedì, 27 settembre 2016 Aggiornato alle 14:23Blog - L'angolo di don Claudio

Essere cristiani

di don Claudio Vezzoli
Consigliere ecclesiastico in seno alla Coldiretti regionale, don Claudio Vezzoli si chiede quale senso abbia, al giorno d'oggi, testimoniare la propria cristianità all'interno delle associazioni, ad esempio durante la giornata del Ringraziamento
Ci siamo accorti che il modo di vivere e di credere di un cristiano in una società secolarizzata, dove Dio è assente, è quanto mai diverso dal vivere e credere all’interno di una condizione di cristianità, dove al religione strutturava il vivere comune e definiva i comportamenti, dove Dio era una evidenza e rendergli culto una pratica.

Di fronte a questa sfida come fare e come dobbiamo comportarci? 
Il nostro primo compito è di compiere delle scelte fondate sulla fede in rapporto ai comportamenti diffusi nella società.
Ci stiamo abituando ad una condizione paradossale: vivere alla presenza di Dio nella sua assenza nel sociale.

Possiamo scorgere i segni della presenza di Dio in alcune parti della cultura, nell’arte e soprattutto nella comunità cristiana. 
Uno dei segni importanti che rende visibile Dio nel mondo di oggi è la nostra partecipazione alla giornata del ringraziamento attorno al gesto che Gesù ha voluto che è quello dello spezzare il pane, e nello stesso tempo operare quelle scelte che appartengono alla socialità cristiana e mostrano un mondo diverso e più bello di vivere sulla terra. 

Questo “fare” e realizzare i valori della democrazia,
della legalità e del creato, è reso evidente nella nostra associazione con tutte le iniziative che già conosciamo e mostrano una terra che guarda il cielo e senza cielo la terra diventa un deserto.
Ma c’è ancora un altro aspetto positivo del nostro vivere all’interno di una società che vuol fare a meno di Dio: ci libera da una falsa immagine di Dio per aprire lo sguardo verso il Dio della Bibbia.

Il nostro vivere la socialità cristiana è legato ad una maggiore consapevolezza dei valori in cui crediamo e del nostro impegno di essere più trasparenti del vangelo. Il vangelo diventa allora non un ostacolo al vivere in pienezza la vita o roba da preti ma semplicemente un dono che ci stato consegnato e con l’impegno di restituirlo vissuto. 

Possiamo fare in modo che la bella parola del vangelo possa ancora accompagnare persone a realizzare negli eventi una socialità ricca di relazioni e di iniziative e, soprattutto, fare in modo che la parola annunciata non resti appannaggio dei cristiani e delle sagrestie, ma diventi una esperienza di bellezza e di gioia. 

Il nostro impegno nelle associazioni penso sia questo: continuare unendo tradizione ed innovazione.

don Claudio
 

 

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