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mercoledì, 21 novembre 2018 Aggiornato alle 17:00Blog - Maestro John

Siamo unici

di John Comini
Siamo tutti diversi. Nessuno è perfetto (anche se qualcuno pensa di esserlo). Se ci impegnassimo tutti, fin da bambini, a rispettare le differenze di ciascuno, vivremmo in un mondo migliore

La maestra Francesca Moscariello mi ha informato che nel “mio” Istituto Comprensivo di Prevalle si sta svolgendo il Progetto “InSuperabili”, attività per  riflettere con i bambini sul valore positivo delle nostre differenze. Ognuno ha delle abilità e solo mettendo in luce le capacità di ciascuno si può scoprire la meraviglia che c’è nel mondo... tante luci diverse che brillano insieme!

Inclusione non significa che tutti siamo uguali, ma significa che ognuno ha il diritto di esprimere la propria individualità. Il compito di ognuno è di accettare l’altro com’è. Il che non significa “lasciarlo lì”, ma accoglierlo per quello che è, andandogli incontro, meglio se con un sorriso. Dovremmo impegnarci tutti ad andare oltre le apparenze. La società impone canoni fissi. La bellezza per me è dove c’è un’anima e la perfezione è essere liberi di conoscere sé stessi. Inutile dire che questo dovrebbe valere anche per il mondo degli adulti…

Quest’estate la mia bella nipote Giovanna Avanzi mi ha caldamente consigliato di andare a vedere il "Carrozzone degli artisti" in una piazza di Toscolano. Io ci sono andato con la mia attuale moglie, anche se – son sincero – ero piuttosto scettico.

Pensavo: “Ma sì, sarà un altro spettacol
o pieno di frasi fatte e di immagini retoriche…” E invece… Ho assistito a un evento davvero unico, emozionante e "speciale", dal titolo “Esprimi un desiderio”. Parlava di emozioni, di gioia e della fragile bellezza: insieme agli educatori che si “mettevano in gioco” con costumi da clown e ballerine, vi recitavano molti simpaticissimi e bravissimi ragazzi disabili, in un modo davvero coinvolgente. Mi facevano male le mani a furia di applaudire!  “La vita, se vissuta scompigliando il cielo e cercando le stelle, è sempre comunque bella.” Questo era il messaggio del gruppo di attori disabili, che insieme a qualche operatore hanno creato uno spettacolo itinerante, spostandosi su un carrozzone da circo trainato da un cavallo. Come girovaghi spinti dal desiderio di arrivare al cielo, hanno intrapreso un viaggio per conoscere persone, storie e vissuti e per dire a tutti “Dai, esprimi un desiderio!”, senza la pretesa che s’avveri, ma con la segreta certezza che qualcosa di nuovo potrebbe accadere.

“È una notte come tutte le altre notti
è una notte con qualcosa di speciale
una musica mi chiama verso sé
come acqua verso il mare
Vedo un turbinio di gente colorata
che si affolla intorno a un ritmo elementare
attraversano la terra desolata
per raggiungere qualcosa di migliore
Un po’ oltre le miserie dei potenti
e le fredde verità della ragione
un po’ oltre le abitudini correnti
e la solita battaglia di opinione
Vedo gli occhi di una donna che mi ama
e non sento più bisogno di soffrire
ogni cosa è illuminata
Ogni cosa è nel suo raggio in divenire
Vedo stelle che cadono…
è la notte dei desideri… (Jovanotti)

Giacomo Mazzariol nel suo famoso libro “Mio fratello rincorre i dinosauri”  parla di suo fratello Giovanni, detto Gio, che ha un cromosoma in più…
“Mamma diceva che amare un fratello non vuol dire scegliere qualcuno da amare; ma ritrovarsi accanto qualcuno che non hai scelto, e amarlo. Ecco, scegliere di amare, non scegliere la persona da amare.

Ricordo le discussioni con Gio a proposito delle regole del calcio durante le partite che organizzavamo in cortile: non è che gli fosse proprio chiaro il meccanismo, il fatto che, ad esempio, dovesse sia fare goal sia difendere. Non riusciva a capirne lo scopo. A lui interessava solo fare goal. Difendere era noioso. Anzi, gioiva anche quando eri tu a fare goal, perché per lui la competizione non esisteva, tantomeno la sconfitta…
Gio era una danza. Gio è una danza. Il problema è sentire la sua musica. Come quella frase attribuita a Nietzsche, avete presente?, che dice ‘Quelli che ballavano erano visti come pazzi da chi non sentiva la musica’.”

Da maestro ho avuto la fortuna di incontrare alcuni bambini straordinari: Sandra, Sonia, Manuel… Il loro sorriso illuminava la classe, gli altri bambini volevano loro un bene dell’anima, li coccolavano e facevano a gara per stare insieme a loro, anche durante la ricreazione. I bambini hanno imparato senza tante parole la lezione della vita. Voglio ricordare le mamme di quei bambini, perché hanno avuto il coraggio di vincere la paura, di mettersi in gioco, di essere orgogliose di quegli splendidi figli. Manuel (nelle foto) era un tesoro. A volte lo mettevo sulle spalle e gli facevo fare il cavaliere nel lungo corridoio: i bambini ridevano felici, il Direttore Omero Sala rideva felice, Manuel rideva e gridava di felicità. Adesso Manuel non c’è più, è volato in cielo, fra le stelle. Conservo nel mio cuore il suo sorriso. Ora Manuel è una stella piena di luce.

Ci sentiamo domenica prossima, a Dio piacendo
                                                                                                       
maestro John Comini